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MATERA – Per tutti gli amanti della streetart, o meglio, per chiunque abbia nelle mani la potenza e la magia dell’arte, domani ci sarà l’occasione di partecipare alla prima chiamata di “Catalyst piano” per decorare i pianoforti di piazza San Francesco e piazza Sedile.

Quello che occorre è solo passione, sorriso, intraprendenza, strumenti per creare qualcosa di irripetibile; ma per partecipare occorre iscriversi a info@catalystpiano ed essere selezionati.  Un progetto dinamico “Catalyst piano”, partito il partito il 19 dicembre (fino al 2 gennaio), che sta riscuotendo un enorme successo tra i materani e i turisti. Passeggiando nel centro storico e affinando un po’ l’udito è possibile sentire aleggiare nell’aria dai classici natalizi, “Jingle Bells”, “Let is snow”, a Yann Tiersen, sino all’intramontabile “Fra Martino campanaro” o addirittura concerti gospel.

Gruppi di gente che si avvicinano al talentuoso pianista di turno e non si risparmiano nell’accompagnarlo con la voce: «Quasi tutte le sere sotto i tre archi di piazza Vittorio Veneto ci sono ragazzi che si alterano a suonare e il resto del gruppo canta. È un’iniziativa bellissima», ha affermato Rossella Primo mentre ascoltava una ragazza alle prese con i tasti bianchi e neri. A esserne molto entusiasti, sembrerà strano, ma sono soprattutto i bambini e i ragazzini: «Avevo visto la stessa iniziativa in altre città come Parigi e Roma e già mi piacque a quei tempi; ora ritrovarla a Matera è bellissimo, soprattutto per i bambini che si avvicinano ad ascoltare stupefatti», ha affermato la giovane mamma Carmela Manzella.

Eppure molti bambini non si limitano soltanto all’ascolto, sono numerosi quelli che si divertono con i loro genitori a suonare e improvvisare qualche nota con un’allegria eccezionale negli occhi; quell’emozione che, invece, non si palesa di fronte allo schermo della televisione. Un bel modo quindi per scoprire talenti che, magari, fino a quel momento erano rimasti celati, ma anche un modo per distrarsi dalla quotidianità della tecnologia.

Pianoforti con una capacità di attrattiva eterogenea, spesso infatti sono le loro dita di pianisti professionisti a muoversi sui tasti dei pianoforti e a cimentarsi cimentano gratuitamente per la comunità, come il giovane Antonio Esposito: «È un’iniziativa fantastica per Matera che si appresta a diventare Capitale della cultura, perché la musica è cultura. Ormai suono questi sei pianoforti tutti i giorni e devo dire che si fermano sempre tante persone, tra cui turisti, perché l’idea piace molto».

Purtroppo, però, non riecheggia soltanto melodia e tranquillità, perché è ormai noto che il progetto “Catalyst piano” ha potuto godere di tutti e sei i pianoforti soltanto durante la prima sera. Tra la notte del 19 il 20 dicembre, difatti, il pianoforte posizionato in via Ridola è stato vandalizzato; dalla testimonianza di generosità e amore degli ideatori del progetto, la risposta da parte di ignoti è stata atroce e immotivata. «Viviamo in una giungla, quest’atto dimostra che molta gente ancora non ama la propria città», ha confessato, indignata, Angela Marcosano.

C’è chi, come Francesco Didio, osa un po’ di più nel dire: «Non siamo ancora pronti a Matera per questi progetti all’avanguardia che prevedono un rispetto spiccato. A Matera c’è sempre bisogno della sorveglianza, non siamo capaci a gestirci da soli». Ma di fronte a questi atti barbarici, Giuseppe Di Ciancia e Laviero Saganeiti, ideatori di “Catalyst piano”, non si arrendono: «Crediamo che l’atto vandalico sia un errore di percorso, che non deve macchiare questa iniziativa e soprattutto le centinaia di persone che, invece, si stanno comportando civilmente; per esempio ci arrivano segnalazioni di ragazzi che coprono il pianoforte con un telo».

Per rimediare al danno molte persone hanno proposto una campagna di raccolta fondi o un semplice contributo per aggiustare il piano di via Ridola, ma «a ripararlo saremo noi dell’associazione “Imaginarium”, perché ci teniamo fortemente al progetto e l’installazione di via Ridola presto verrà riparata e restituita alla comunità», hanno asserito Giuseppe e Laviero.  Ma quando dei beni così preziosi, non solo a livello economico, quanto a livello sociale e culturale vengono amaramente danneggiati, la domanda sorge spontanea: se distruggiamo i beni della nostra città, beni comuni a tutti, come pensiamo di diventare degli abitanti culturali fino al 2019?

Il tempo si accorcia sempre di più, il 2019 è alle porte, la sfida è sempre più grande e si continua a scrivere sui muri, a gettare le carte per strada, a non raccogliere gli escrementi dei cani, a danneggiare strumenti musicali, il percorso da fare quindi è ancora lungo, l’educazione e il senso civico stentano a manifestarsi, ma per fortuna non tutti siamo uguali e non sarebbe giusto fare di “tutta l’erba un fascio”. Piuttosto, come risposta a questi atti di inciviltà, sarebbe opportuno rispondere con altre idee come “Catalyst piano” per innovare le abitudini e gli stili di vita della cittadinanza.

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