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CATANZARO – Quello portato alla luce dall’ultima inchiesta della Procura e della Digos è un quadro sconcertante in cui vigili urbani sarebbero stati utilizzati per scopi privati, gli appalti sarebbero stati affidati a consiglieri comunali, le sanzioni cancellate agli amici dei politici e ancora truffe ed estorsioni.

La nuova inchiesta “Catanzaropoli” guidata dai pubblici ministeri Gerardo Dominijanni e Graziella Viscomi scattata oggi con la notifica da parte della Digos degli avvisi di conclusione delle indagini a carico di 26 persone tra politici, imprenditori, funzionari pubblici, vigili urbani e professionisti, fa tremare i palazzi del potere del capoluogo di regione.

Tra le vicende finite sotto la lente degli inquirenti ci sono l’affidamento della fornitura dei gazebo per la “Notte piccante” al consigliere comunale Franco Leone (quest’ultimo indagato anche per estorsione); i finanziamenti dati dal Comune per la festa dell’artigianato; l’utilizzo della polizia municipale per controllare le auto delle persone partite per Roma per partecipare alla manifestazione di Forza Italia.

Tra le ipotesi d’accusa, secondo quanto emergerebbe, anche gli incarichi affidati dall’amministrazione ad alcuni architetti, legati da rapporti di amicizia ad alcuni esponenti politici, per la ristrutturazione di alcune scuole. L’abuso d’ufficio viene contestato anche al comandante dei vigili in merito al suo rinnovo della patente. Peculato è invece l’accusa per l’ex assessore Massimo Lomonaco per l’utilizzo del cellulare di servizio per finalità private. Dalle intercettazioni telefoniche e ambientali. sarebbe emerso l’interessamento di un consigliere comunale per bloccare le sanzioni a due esercizi commerciali del quartiere Lido.

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