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CATANZARO – Prima una mail. Poi un sms. Spediti all’indirizzo di amici e parenti. Ma anche di colleghi di lavoro. Non suoi. Ma del giovane scrittore finito nel mirino morboso delle sue intrusioni quotidiane. Che, giorno dopo giorno, mese dopo mese, gli avevano costruito intorno una coltre persecutoria da togliere il fiato. All’unico scopo di screditarlo agli occhi della società intera. Perchè, in calce al contenuto, alquanto discutibile, di quei messaggi informatici ricevuti da migliaia di persone, avrebbe apposto non la sua firma, ma quella dello scrittore, che a volte si sarebbe addirittura auto definito (ovviamente senza saperlo) privo di ispirazione e di capacità creativa, quindi totalmente incapace a scrivere un qualsiasi libro.

 
 Gelosia per il successo letterario da quest’ultimo raggiunto oltre confine? Questo la polizia postale e delle comunicazione, che ha lavorato al caso, non lo sa. E non riesce a capirlo neanche lui, lo scrittore perseguitato, che, il colpo peggiore, lo avrebbe accusato proprio di fronte al nome dello stolker intorno al quale i poliziotti della sezione di Catanzaro, diretta da Carlotta Santoro, hanno stretto il cerchio. Al termine di lunghe e complesse indagini, infatti, sarebbe emerso che l’autore degli atti denigratori, persecutori e molesti messi in atto, per due lunghi anni, ai danni dello scrittore catanzarese, sarebbe stato un uomo a lui affatto estraneo, ovvero un cinquantaseienne di Milano, legato alla famiglia della vittima da lungo tempo. 
 
E’ divenuto il protagonista di una storia pazzesca, la cui trama deve ancora essere ben studiata dai poliziotti, chiamati quanto prima a renderne conto dal magistrato, al quale il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Antonio Vincenzo Lombardo, assegnerà il fascicolo, che era stato aperto dal sostituto procuratore, Valeria Biscottini, ora in maternità. Solo a quel punto, dunque, lo stesso presunto stalking potrà essere convocato a Palazzo di giustizia per essere interrogato e difendersi, con l’ausilio del legale di fiducia, dalle accuse che gli vengono mosse dai poliziotti, sulla base degli elementi raccolti nel corso degli accertamenti tecnici, che erano stati avviati all’indomani della querela presentata dalla vittima, messa in ginocchio dal vorticoso giro di molestie perpetrate da ignoti attraverso l’utilizzo dei più svariati canali di comunicazioni, quali sms, mail, siti web e servizi offerti da portali in rete. 
 
Atti persecutori apparentemente iniziati dopo la pubblicazione di un libro giallo, che ha riscosso tanto successo da essere adottato da alcuni istituti scolastici come strumento di incentivazione allo studio, ottenendo diversi riconoscimenti e un ruolo di primo piano all’interno della fiera del libro “Gutemberg”, promossa dal liceo classico di Catanzaro. Successo al quale lo scrittore aveva ricollegato la condotta dell’ignoto persecutore, che gli si sarebbe insinuato nella vita personale e professionale e che, facendosi passare per lo scrittore, avrebbe cercato di screditarlo utilizzando mezzi informatici e raggiungendo persone e istituzioni, con cui la vittima intratteneva rapporti quotidiani anche di lavoro, con la chiara finalità di frantumarne vita sociale e lavorativa. Il tutto, con sistematica e caparbia metodicità, per oltre due anni, ovvero fino a quando i segugi della Sezione di Polizia postale e delle Comunicazioni della sezione di Catanzaro hanno risolto il caso, denunciando il presunto stalking in Procura.
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