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GENOVA, 4 OTT – Tra gli arrestati nell’operazione della squadra mobile genovese denominata ‘Kasiocà, dal nome di un maxiyacht da 36 metri da 7 milioni di euro rubato il 1 aprile 2012 a Genova e ritrovato in Corsica, c’è anche il foggiano Olinto Bonalumi considerato un ‘geniò delle rapine nei caveau.
La squadra mobile ha ricostruito i furti di altri tre maxiyacht riconducibili alla banda: il ‘Marks’, un Sunseeker 70 da 2 mln di euro rubato in Croazia e ritrovato in Ucraina, il Lifè, un Maiora da 6 mln di euro rubato a Spalato e il Valerio III, un Azimut 50 rubato a Ostia e ritrovato in avaria a Castellammare di Stabia.
Secondo gli inquirenti, che sono stati coordinati dal procuratore aggiunto genovese Vincenzo Scolastico, i ‘capì italiani della banda erano il calabrese Sergio Bolognino, 44 anni, arrestato a Bassano del Grappa e il romano Vincenzo Buttarelli, 48 anni, arrestato a Trimignano. I due tra l’altro erano stati ‘pizzicatì dalla polizia all’aeroporto di Treviso mentre rientravano in Italia con 200 mila euro in contanti, probabile ‘accontò sulla vendita dello yacht Life. Bolognino e Buttarelli sono indagati per associazione a delinquere finalizzata al furto aggravato. Stessa accusa per Giovanni Pietro Montello, genovese di 63 anni mentre Bonalumi e il suo braccio destro, il foggiano Federico De Matteis, sono accusati di ricettazione. Bonalumi aveva acquistato per 10 mila euro una società in dissesto finanziario che aveva avuto in locazione lo yacht life ma non versava da tempo il canone. La barca era stata condotta in Croazia da dove si è volatilizzata. Furto aggravato è stato contestato invece per il sesto arrestato, posto ai domiciliari, il genovese Angelo La Licata. Il poliziotto, che risulta indagato e non arrestato come riferito precedentemente, è accusato di corruzione e favoreggiamento. 

C’ERA anche un calabrese ai vertici della banda che rubava maxi yacht in tutta Europa e che è stata sgominata nell’operazione della squadra mobile genovese denominata “Kasioca”, dal nome di un modello di lusso da 36 metri da 7 milioni di euro rubato il 1 aprile 2012 a Genova e ritrovato in Corsica.

INDAGATO ANCHE UN POLIZIOTTO – Secondo gli inquirenti, che sono stati coordinati dal procuratore aggiunto genovese Vincenzo Scolastico, il calabrese Sergio Bolognino, 44 anni, arrestato a Bassano del Grappa era uno dei capi, insieme al romano Vincenzo Buttarelli, 48 anni, arrestato a Trimignano. I due tra l’altro erano stati presi dalla polizia all’aeroporto di Treviso mentre rientravano in Italia con 200 mila euro in contanti, probabile acconto sulla vendita dello yacht Life. Bolognino e Buttarelli sono indagati per associazione a delinquere finalizzata al furto aggravato. Stessa accusa per Giovanni Pietro Montello, genovese di 63 anni mentre Bonalumi e il suo braccio destro, il foggiano Federico De Matteis, sono accusati di ricettazione. Bonalumi aveva acquistato per 10 mila euro una società in dissesto finanziario che aveva avuto in locazione lo yacht life ma non versava da tempo il canone. La barca era stata condotta in Croazia da dove si è volatilizzata. Furto aggravato è stato contestato invece per il sesto arrestato, posto ai domiciliari, il genovese Angelo La Licata. Il poliziotto, che risulta indagato, è accusato di corruzione e favoreggiamento. 

UNA RETE DI SMERCIO INTERCONTINENTALE – L’organizzazione criminale, secondo le accuse, era impostata su base trasnazionale ed era specializzata nel furto di imbarcazioni di pregio poi riciclate all’estero, specie nell’Europa dell’Est e in Asia. Si avvaleva di fiancheggiatori e persone che in Italia erano in grado di fornire le giuste informazioni sulle imbarcazioni da rubare lasciando al gruppo criminale l’organizzazione del furto e del viaggio delle barche in località straniere ove sarebbe stato difficile ritrovarle. Venivano quindi assoldati equipaggi compiacenti e le barche portate all’estero. 

Tra le imbarcazioni rubate il furto di un Sunseeker 70, denominato Marks, rubato ad Orsera (Croazia) l’11 maggio 2012 del valore di 2 milioni di euro circa, rinvenuto ad Odessa (Ucraina); un Malora di 31, 37 metri, denominato Life, costruito dai cantieri navali Fipa di Viareggio sottratto da Spalato (Croazia) il 26 giugno 2012 del valore di 5 milioni di euro; un Azimut 50 denominato Valerio III sottratto ad Ostia il 6 maggio 2012 e rinvenuto per una avaria nel porto di Castellammare di Stabia (Napoli), del valore di circa un milione di euro. L’associazione, particolarmente ramificata sul territorio italiano e all’estero utilizzava basi logistiche ed operative, e poteva avvalersi di una ingente disponibilità di denaro spesso utilizzata per pagare l’equipaggio che trasferiva le imbarcazioni al di là del Bosforo. 

GRANDI SOMME DI DENARO DISPONIBILI – La disponibilità  di somme ingenti permetteva al capitano di rifornire le imbarcazioni del costoso carburante necessario per il lungo trasferimento, per un ammontare anche di 80mila euro. Sono 12 le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Genova e 16 nel complesso gli indagati, tra cui anche un ispettore di Foggia che, secondo gli inquirenti, forniva informazioni coperte da segreto istruttorio ai membri della banda. Sequestrata la somma di 200mila euro a Sergio Bolognino e Sergio Buttarelli sorpresi all’aeroporto di Treviso mentre rientravano da un viaggio all’estero il 2 maggio 2012. La somma, secondo gli inquirenti, dovrebbe essere il provento dell’attività di riciclaggio dell’imbarcazione Life per la quale l’organizzazione straniera ha versato circa 800mila euro. Destinatario dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere anche Alessandro Colangeli, 50 anni di Stimigliano (Rieti), deceduto lo scorso 17 luglio nel corso del drammatico naufragio dello yacht Sale e Pepe avvenuto a Brindisi. 

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