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Dopo tre anni passati in terra straniera, con la squadra belga Quick Step, Francesco Reda, dieci anni dopo Michele Coppolillo, è l’unico corridore calabrese ad aver fatto il Giro d’Italia ed anche il Tour de France, ed è tornato a preparare la stagione nella sua terra, tra i verdi monti che dominano Cosenza dall’alto. Ad attenderlo l’Acqua e Sapone di Stefano Garzelli, Danilo Di Luca e del ds Palmiro Masciarelli.
Francesco Reda a Catanzaro, ospite della Provincia, ha partecipato ad un convegno in cui si parlava di ciclismo, accompagnato da tutta la sua famiglia: mamma, papà e fratelli, proprio come facevano quando era bambino.
Francesco parla delle sue prime corse e del futuro prossimo a tinte rosa. La sua prima bicicletta? «Una Bmx winner blu, all’età di dieci anni». La sua prima corsa? «Nel dopolavoro ferroviario a Cosenza. Dentro la stazione dove girano i carri». Da allora quanti anni in sella ad una bici? «Quest’anno sono ben 19 anni che corro in bicicletta». Cos’è il ciclismo per lei? «Una scuola di vita. Mi ha insegnato a non mollare mai alle prime difficoltà e di tenere duro. Ci sono state parecchie occasioni che mi hanno insegnato ad essere uomo, innanzitutto». La corsa a tappe o di un giorno che hai fatto e che ti è rimasta dentro? Tour de France come pubblico e attenzione dei media. Diciamo che è stato tutto l’ambiente del Tour ad avermi incantato. Da un punto di vista sportivo, però, la corsa più bella che ho fatto è stata l’ultimo Giro d’Italia. Durissimo e per questo ancor più bello perchè sono riuscito a finirlo. E poi pensi che da bambino sognavi proprio quel momento lì: arrivare a Milano dopo 21 giorni di battaglie sulle grandi montagne».
Tra le corse che vorrebbe vincere «una tappa al Giro d’Italia da dedicare alla mia Calabria. Quest’anno, correndo con una squadra italiana ho la possibilità di preparare al meglio il Giro d’Italia. Vorrei far bene, ho visto che ci sono delle tappe molto adatte a me e potrei dire la mia».
Ha ripreso intanto da un mese ad allenarsi: «Adesso sto facendo tanto fondo, per la prima volta, correndo quest’anno con una squadra italiana, posso allenarmi sulle mie strade. Poi da fine gennaio allenamento più duro».
I suoi progetti per il prossimo anno sono «Maggiore fortuna rispetto allo scorso anno in quanto limitato alcune volte da alcuni problemi fisici ora risolti. Ho voglia di preparare bene, bene il Giro d’Italia e correre prima Tirreno-Adriatico e Sanremo. Poi sicuramente sarà una stagione in cui apprenderò molto da campioni come Garzelli e Di Luca».
Un ringraziamento particolare per la sua carriera, Francesco Reda, lo rivolge ai familiari: «Se oggi posso correre in bici è soprattutto grazie ai miei genitori. Grazie a loro ho coronato il mio sogno di diventare un corridore professionista. Papà mi ha sempre accompagnato alle corse. Dalla Calabria partivamo in treno per andare a correre al nord, un po’ come tutti i miei colleghi del sud, come Pozzovivo, Nibali. Spero di ripagare presto con una vittoria tutti i sacrifici che anche i miei genitori hanno dovuto fare per me e per la mia passione per il ciclismo».

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