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POTENZA – Sono passati 20 anni – era infatti il marzo del 1995 – da quando il cinema Ariston ha chiuso i battenti per dei lavori di riqualificazione che sono rimasti lettera morta. Uno dei cinema storici del capoluogo oggi «non è altro che – come ha dichiarato Enzo Fierro, coordinatore del movimento civico “We love Potenza” – uno dei relitti più in vista della nostra città». Lo spettacolo che si presenta agli occhi di chi sopraggiunge da via Mazzini ma anche da via IV Novembre è davvero triste. «Ci si trova di fronte a quello che è uno dei simboli più eloquenti del declino del centro storico e della città tutta». Eppure questa struttura è al centro del dibattito da tempo, esattamente dal 1995, anno in cui fu chiuso definitivamente al pubblico potentino. «La chiusura – ha dichiarato Fierro – doveva essere provvisoria per consentire la ristrutturazione della sala e l’ampliamento dell’edificio per lo svolgimento di attività aggiuntive a quella cinematografica». Un primo progetto – redatto di un noto architetto potentino – prevedeva, oltre all’opera di risanamento dell’area occupata dal cinema, la costruzione di uffici direzionali e l’utilizzazione della sala cinematografica anche per attività teatrali». I lavori, però, non furono mai portati a termine. La complessità dell’intervento sul cinema Ariston, precisarono dal Comune, «si doveva, da un lato, alla particolare posizione della struttura che rischia di creare un appesantimento volumetrico nell’accesso al centro storico, dall’altro all’inagibilità di una parte della struttura che ne richiedeva la demolizione». Si susseguirono ipotesi e progetti. Il cinema Ariston, ma anche il palazzo Lancieri (ex Fiat) e tante altre strutture abbandonate, «saranno al centro – ha aggiunto Enzo Fierro – di nostre specifiche iniziative per un eventuale recupero e riutilizzo al servizio della città».

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