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Più di un miliardo di euro per gli atenei del Mezzogiorno, per le infrastrutture e per finanziare i Poli di eccellenza. L’annuncio è stato dato ieri mattina a Palazzo Chigi dai ministri dell’istruzione, Mariastella Gelmini e degli affari regionali, Raffaele Fitto, subito dopo la riunione del Cipe che ha dato il via libera al programma di investimenti. Le risorse provengono dal Piano per il Sud. «Un piano di interventi di straordinaria valenza – ha sottolineato il ministro Gelmini – che servirà per rafforzare l’edilizia universitaria e valorizzare le eccellenze»: 150 milioni di euro, infatti, andranno a finanziare i tre Poli di eccellenza di Calabria, Sicilia, Campania e Puglia; gli altri 850 saranno destinati a infrastrutture universitarie quali laboratori didattici e di ricerca, biblioteche, mense, attrezzature tecnologiche e informatiche, residenze studentesche, ristrutturazioni e nuove costruzioni di edifici universitari.
Per la Puglia e la Sardegna, rispettivamente 315 e 301 milioni di euro; quasi 5 milioni di euro vanno all’Abruzzo, 22 milioni alla Basilicata, quasi 64 milioni alla Calabria, circa 68,5 milioni alla Campania e 88 milioni alla Sicilia. Il totale è quindi di 864 milioni di euro, che uniti ai 150 milioni per i tre poli integrati di ricerca, alta formazione e innovazione, fanno esattamente un miliardo e 14 milioni di euro. «Se a questo aggiungiamo la possibilità di utilizzare il bando per 400 milioni per potenziare le infrastrutture della ricerca, arriviamo a 1 miliardo e 400 milioni complessivi» ha aggiunto il ministro Gelmini.
«Si tratta della seconda fase di attuazione del Piano per il Sud, dopo quella di agosto per le infrastrutture», ha sottolineato Fitto, che ha ringraziato i presidenti delle Regioni per la loro «collaborazione». E i diretti interessati hanno apprezzato, sia quelli di destra che di sinistra, dal pugliese Nichi Vendola al lucano Vito De Filippo al calabrese Giuseppe Scopelliti che si è detto molto soddisfatto: «La delibera Cipe rappresenta un intervento straordinario e concreto, ancor più apprezzabile in un momento di crisi così strutturale, in grado di sostenere il mondo scientifico e, quindi, lo sviluppo del Mezzogiorno. Un risultato, questo, frutto di una serie di incontri avviati tra la Regione Calabria ed i ministeri competenti grazie anche alla sinergia con il Governo centrale».I rettori calabresi sono scettici
Il neo rettore dell’università Magna Graecia, Aldo Quattrone: «Alla Calabria andrà una porzione di fondi minore rispetto alle altre regioni, ma siamo di fronte a un’importante fonte di finanziamento che ci consente di sperare nella pronta realizzazione di un polo dedicato alle Biotecnologie». Circa 25 i milioni che la Magna Graecia, attraverso l’intermediazione della Regione, ha chiesto di poter utilizzare nella realizzazione di un progetto all’avanguardia, che implica il coinvolgimento di una serie di soggetti, dal Cnr al mondo delle imprese. L’area delle Biotecnologie, infatti, mette in gioco competenze e professionalità nate nell’alveo delle facoltà di Medicina e Farmacia, ma si estende anche ad altri ambiti: «Grazie a questo investimento, su cui ancora dobbiamo a dire il vero notizie precise – aggiunge il rettore Quattrone – saremo nelle condizioni di realizzare un polo di eccellenza per la formazione e la conoscenza. Bisogna dare atto – afferma in ultimo – dell’impegno profuso dalla Regione per un buon esito delle trattative». Massimo Giovannini, rettore dell’università Mediterranea di Reggio mantiene una posizione scettica e di attesa: «Un fatto sicuramente positivo. Speriamo solo che le parole si traducano in progetti finalizzati a sfruttare concretamente il finanziamento concessoci. Prima dell’estate, noi rettori degli atenei delle regioni dell’obiettivo convergenza fummo convocati dai ministri Gelmini e Fitto e fummo invitati a presentare iniziative che sarebbero state finanziate dai fondi previsti dal Piano per il Sud. Ma poi non se ne fece più nulla. Ora la questione sembra essere tornata nell’agenda del Governo. Bisogna capire solo quali progetti verranno accettati per utilizzare la quota a noi spettante. Ad esempio, con questi finanziamenti potremmo allargare il nostro patrimonio edilizio, potenziare la facoltà di Agraria, coprire gli spazi di Giurisprudenza, risolvere i problemi strutturali di Ingegneria. Incrociamo le dita».Contento ma non soddisfatto il rettore dell’Università della Calabria, Giovanni Latorre : «c’è un’evidente sproporzione». I 64 milioni dovranno essere divisi per tre atenei ma è già qualcosa. «Solo il nostro ateneo aveva presentato progetti per 120 milioni di euro» questo significa che a fronte del piano previsto dall’Unical arriveranno bruscolini. «Noi ovviamente – chiosa Latorre – puntiamo alla realizzazione di progetti relativi alla didattica, al potenziamento della residenzialità nel campus e alla realizzazione e rafforzamento dei servizi agli studenti. Resta da capire quanto ci spetterà come ateneo».

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