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SALERNO – I familiari di Elisa Claps credono che domani, Danilo Restivo (in foto), alla prima udienza del procedimento con rito abbreviato di fronte al gup del tribunale di Salerno non sarà presente. «Non credo che domani ci sarà, non credo proprio, non l’ha mai fatto», dice sicura l’avvocato Giuliana Scarpetta che rappresenta i Claps.

Mario Marinelli, legale di Restivo, ha definito la scelta del rito speciale «una strategia difensiva», perchè si fonda sugli elementi acquisiti e non c’è dibattimento. Con questo procedimenti, infatti, Restivo, già condannato in Inghilterra per l’omicidio della sarta Haether Barnett, eviterebbe così un secondo ergastolo e la pena massima cui potrebbe essere condannato ora a Salerno è di 30 anni di reclusione, che, come temono da sempre i familiari di Elisa Claps, potrebbe non scontare mai in Italia.

Danilo Restivo, oggi 43enne sposato con una inglese, compare da subito negli atti giudiziari: è l’ultima persona, quel 12 settembre 1993, ad aver incontrato Elisa per un appuntamento nella chiesa della Santissima Trinità di Potenza.

Restivo si è sempre difeso dicendo di averle parlato e di averla lasciata andare via, anche se non riesce a dare spiegazioni convincenti sulla sua ferita alla mano che si fece medicare al pronto soccorso dell’ospedale di Potenza poche ore dopo la scomparsa della studentessa diciassettenne. I familiari di Elisa sono convinti che Danilo, all’epoca dei fatti, avrebbe goduto di coperture, depistaggi, favori.

Restivo poi si trasferisce in Inghilterra, nel Dorset e, quando nel 2002 a Bounemouth una giovane sarta inglese viene trovata morta, con ferite da taglio profonde, il suo passato di torna a galla. Restivo è da subito indagato, ma anche in questo caso ci sono solo sospetti.

Il 17 marzo del 2010, nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza, alcuni operai ritrovano i resti del cadavere di Elisa Claps, sepolta per 17 anni dove tutti sapevano che era passata ma nessuno l’ha mai cercata. Il corpo semi-mummificato, ricoperto di calcinacci e fogliame è stato sicuramente scoperto prima di quel giorno da qualcuno che ha scelto di tacere. L’autopsia rivela che la studentessa 17enne è stata uccisa con diversi colpi inferti con una lama, forse delle forbici e che le sono state tagliate ciocche di capelli. Un’abitudine ben nota di Danilo Restivo e documentata.

Mentre nella cancelleria del tribunale di Salerno, la procura generale deposita la richiesta di un mandato di arresto internazionale per Danilo Restivo. Si cercano le prove del delitto Barnett e Restivo viene arrestato il 19 maggio 2010. Nove giorni dopo la magistratura italiana gli notifica il mandato di arresto internazionale. La condanna per il caso Barnett arriva il 30 giugno scorso con una sentenza che fa molti riferimenti al caso Claps.
In Italia invece sono attraverso l’incidente probatorio vengono cristallizzate quelle prove scientifiche che comparano i campioni di DNA, l’età dei reperti rinvenuti nel sottotetto e cause e dinamica della morte di Elisa. Danilo Restivo non ha mai assistito al processo italiano. Nella prima udienza dell’incidente probatorio, nell’ottobre dello scorso anno, apparve in video conferenza solo per annunciare la sua rinuncia a seguire le fasi processuali. Sempe presenti i familiari di Elisa che chiedono ripetutamente un giudizio anche per chi in tutti questi anni ha aiutato e coperto l’assassino.

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