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Danilo Restivo è innocente e non c’è prova scientifica che dimostri l’effettiva presenza dell’imputato nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza.

L’avvocato Mario Marinelli non ha modificato la prima versione fornita 18 anni fa dal suo assistito. In un’ora di discussione ha ribadito l’innocenza di Restivo che fu l’ultimo a incontrare Elisa Claps il 12 settembre 1993. Marinelli ha sostenuto che Danilo ha visto Elisa uscire dalla chiesa e si è trattenuto a pregare. Le ferite alla mano erano dovute a una caduta per le scale mobili. Il perito di parte che ha collaborato alla difesa è giunto a conclusioni diverse dagli esperti del tribunale. Nella sua ricostruzione dei fatti Marinelli non ha lesinato critiche alla procura di Salerno per le fughe di notizie che hanno accompagnato la vicenda. Nell’aula la madre di Elisa Filomena Iemma, accompagnata come sempre dai figli Gildo e Luciano, ha ascoltato l’altra verità trattenendo a stento la rabbia.

«NON PERDONERO’ MAI RESTIVO» – «Sono cristiana, – ha detto mamma Filomena – cattolica, ma non lo perdonerò mai. Se mi avesse fatto ritrovare il corpo, se me l’avesse fatto toccare, forse le cose sarebbero andate in maniera diversa, ma per come si è comportato non posso perdonarlo»

«Don Mimì Sabia – ha aggiunto – non poteva essere l’unico prete in grado di sapere – ha aggiunto – non ha potuto fare tutto da solo. È arrivato il momento di pulirsi la coscienza».

L’avvocato della famiglia Claps, Giuliana Scarpetta rincara la dose.
Nel processo per l’omicidio di Elisa Claps Danilo Restino non avrà l’ergastolo «per colpa della Chiesa che, in questi 18 anni, ha permesso che siano stati prescritti i reati concorrenti. Oggi – ha concluso – siamo alla resa dei conti».

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