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MATERA – Il petcoke fa paura. E’ la reazione che sta montando in queste ore da parte dei residenti del Borgo Venusio. La causa è il prossimo avvio da parte dell’azienda Valdadige di un progetto di utilizzo come combustile del petcoke.

Un progetto che, dopo l’autorizzazione ambientale dell’agosto 2010, sembra essere sul pronto di partire.

Ieri doveva essere il giorno fatidico per l’utilizzo di petcoke da parte della Valdadige. Almeno questa era la voce che aveva preoccupato i residenti e a cui è seguito un rinvio, pare tecnico, di qualche giorno per applicare al meglio il progetto.

I residenti però sono fortemente allarmati anche perchè poco convinti da quanto hanno letto nell’autorizzazione ambientale emanata dalla Regione. Una delibera del 10 agosto 2010 della giunta regionale che visti i pareri favorevoli ha dato l’autorizzazione integrata ambientale a Valdadige.

«E’ una cosa scandalosa e per la quale chiediamo sin da subito la revoca dell’autorizzazione emanata dalla Regione» spiega Mimmo Genchi residente di Venusio conosciuto anche per il suo impegno politico, «andremo a verificare nel dettaglio il contenuto ed il rispetto di tutte quante le prescrizioni che sono contenute all’interno dell’autorizzazione e procederemo anche a fare un esposto alla Procura della Repubblica su questi fatti.

La cosa che mi pare di maggiore impatto anche in prima battuta è il fatto che esiste una tabella che sintetizza tutti gli elementi nel raggio di un chilometro e si dice che in realtà non ci siano case di abitazione civile. Io abito a circa 600 metri da quell’azienda e conto vicino a me nel borgo vecchio di Venusio almeno una dozzina di famiglie con figli anche piccoli che sono nella stessa situazione.

Devo poi anche aggiungere che nel raggio di un chilometro ci sono nuove abitazioni residenziali ed anche una parte del borgo nuovo.

Non riesco pertanto a capire come è possibile che si possa arrivare ad una decisione del genere senza aver completato nemmeno una semplice verifica territoriale come questa che con i mezzi di oggi mi pare anche molto semplice da poter svolgere». Genchi aggiunge ancora senza accennare assolutamente a fermarsi: «trovo poi oltremodo grave che vi possa essere una conferenza di servizi che dia un’autorizzazione con parere favorevole di Regione, Provincia e Comune su una cosa del genere che può creare problemi a persone che si trovano nel raggio di un chilometro».

Magra la consolazione a cui arriva Genchi anche da ex consigliere comunale ricordando che «oramai a tutela dei territori sono rimasti solamente i cittadini e nessun altro.

Bisognerà nelle prossime settimane chiarire immediatamente quest’incongruenza ed arrivare a verificare nel dettaglio ciascuna delle prescrizioni Aia che sono contenuto in quel documento». In questi ultimi giorni la preoccupazione dei cittadini è cresciuta tanto che ieri mattina era stata paventata, e poi rinviata, una sorta di manifestazione di protesta nell’ottica di un avvio del progetto di utilizzo del petcoke da parte dell’azienda.

In una posizione diversa ma di sostanziale attesa anche a garanzia del proprio lavoro sono anche i 64 dipendenti della Valdadige in cassa integrazione straordinaria dal dicembre scorso per i prossimi dodici mesi e per i quali è stato chiesto a livello sindacale il massimo delle sicurezze rispetto all’approvazione e la realizzazione del progetto. «Prendendo atto dell’autorizzazione ma anche della necessità che ci siano tutti i quanti i via libera e i permessi necessari per poter procedere con il progetto messo in campo dall’azienda» dicono fonti sindacali. Anche in questo caso vi sarebbe grande attenzione nei diversi passaggi che verranno posti in essere.

La questione che si sta trascinando da non poco tempo visto che l’autorizzazione risale al 2010 sembra essere oramai arrivata ad un punto di svolta. Valdadige sembra pronta a partire con l’utilizzo del petcoke ma in realtà la preoccupazione dei residenti è al massimo.

«Case, famiglie e bambini ed un intero borgo sono preoccupati per questo tipo di iniziativa» conclude Mimmo Genchi.

 

A fine luglio 2010 i pareri favorevoli nel corso della conferenza di servizi

Questi alcuni passaggi dell’autorizzazione di agosto 2010 che dà il via libera al progetto di Valdadige da parte del Dipartimento ambiente della Regione Basilicata che ha effettuato l’istruttoria sulla richiesta che era stata avanzata da parte dell’azienda..

«L’Azienda ha in progetto l’impiego del “pet-coke” sia nell’impasto che per uso combustibile.

Si ribadisce che durante lo scarico del pet-coke sarà attivo un impianto di aspirazione ed abbattimento delle polveri che si possono generare durante questa fase, che confluisce nel punto di emissione E5».

«Aggiungere una minima quantità di pet-coke nell’impasto permette di velocizzare il ciclo di cottura: la combustione di tale materiale all’interno del prodotto, infatti, consente a quest’ultimo di raggiungere più rapidamente ed efficacemente le temperature di cottura.

Quanto all’utilizzo come combustibile del coke da petrolio con un contenuto in zolfo non superiore al 1% in massa, la ditta ritiene economicamente vantaggiosa tale possibilità.

E’ possibile utilizzare come combustibile il coke da petrolio con un contenuto in zolfo non superiore al 6% in massa  “negli impianti in cui durante il processo produttivo i composti dello zolfo siano fissati o combinati in percentuale non inferiore al 60% con il prodotto ottenuto”.

L’aggiunta nell’impasto di una minima percentuale di pet-coke, inoltre, non solo permette di velocizzare i tempi di cottura, ma anche di limitare le emissioni degli ossidi di zolfo.

Infine la posizione all’interno del forno di cottura dei bruciatori a metano a monte di quelli che utilizzano il combustibile solido (attualmente antracite, ma pet-coke nelle intenzioni della ditta) è, secondo il proponente, strategica perché consente di abbattere gli eventuali residui incombusti del combustibile solido».

Infine il dato sulla conferenza di servizi per acquisire i pareri sul progetto in questione si è svolta presso il Dipartimento Ambiente, Territorio, Politiche della Sostenibilità della Regione Basilicata.

Il 29 luglio 2010 hanno dato parere la Provincia di Matera – Ufficio Ambiente, che ha espresso parere favorevole, l’azienda Sanitaria di Matera che ha espresso parere favorevole, il  Comune di Matera del settore Urbanistica, che ha espresso parere favorevole e l’Agenzia regionale per la Protezione dell’Ambiente della Basilicata (A.R.P.A.B.), che ha espresso parere favorevole, per le competenze in materia di monitoraggio ambientale».

p.quarto@luedi.it

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