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ACQUAPPESA (COSENZA) – Sono 500 i posti di lavoro a rischio, tra diretto e indotto, nelle Terme Luigiane. E’ quanto affermano i dipendenti della Sateca, la società che gestisce gli impianti, che hanno inviato una lettera indirizzata al presidente del Consiglio dei Ministri, al presidente della Regione Calabria, agli assessori regionali alle attività economiche, al lavoro e all’ambiente e al segretario regionale calabrese del Pd.

I dipendenti sostengono di essere «fortemente preoccupati per il proprio futuro occupazionale e per il futuro dei propri Comuni. La minaccia, infatti, è che le Terme Luigiane, azienda storica e leader del settore in Calabria, possano chiudere a fine ottobre, al termine dell’attuale stagione termale. La preoccupazione nasce dalla scadenza ormai prossima (aprile 2016) del contratto di sub concessione tra i Comuni interessati, Acquappesa e Guardia Piemontese, e la società Sateca».

«Ad oggi – sostengono ancora le maestranze nella lettera – non sembra che ci siano prospettive di rinnovo di tale sub-concessione. Dato che l’economia di tutto il comprensorio, non solo delle terme, ruota intorno all’offerta turistico-termale, la preoccupazione è più che legittima e si prefigura un futuro drammatico per l’intero indotto, ossia le numerosissime attività connesse al termale. Oltre ai dipendenti della società, dunque, sono anche altri i lavoratori e le famiglie in ansia per il proprio futuro».

Le Terme Luigiane oggi occupano 250 persone, erogano circa 400.00 cure a 18.000 clienti. I soli alberghi Sateca hanno raggiunto lo scorso anno le 31.000 presenze. «Si può pensare – chiedono i dipendenti – che una simile realtà debba chiudere per la solita burocrazia immobile e ostile?».

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