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di SAVERIO PUCCIO
La sanità resta il “tallone d’Achille” di una regione che per anni ha sperperato denaro e ha utilizzato questo comparto per arricchire i “soliti”, a discapito della qualità dei servizi. Una teoria confermata, ancora una volta, dalla relazione del procuratore regionale della Corte dei conti, Cristina Astraldi De Zorzi. Inaugurando l’anno giudiziario, le cifre e le analisi sono sempre molto critiche, salvo per un apprezzamento diretto ai primi risultati ottenuti con il commissariamento ad acta della Calabria. D’altronde, il 60 per cento dell’attività della Procura di Catanzaro della Corte dei conti, ha riguardato proprio la sanità, a dimostrazione di un’attenzione che non può che essere massima. Solo nel 2011 gli atti di citazione in materia sanitaria sono stati 103 rispetto ai 17 dell’anno precedente, chiedendo un importo di danno di quasi 300 milioni di euro, con un aumento pari ad oltre sette volte l’importo del 2010.
Cifre allarmanti, alle quali si aggiunge il fatto che «91 atti di citazione – ha detto Astraldi De Zorzi – sono stati relativi ad altrettanti dirigenti medici di Azienda sanitaria provinciale che, tra il 2004 ed il 2008, hanno indebitamente percepito indennità non spettanti per avere esercitato attività libero professionale intramuraria». Nel campo degli errori sanitari vanno segnalati «tre atti di citazione – ha aggiunto – relativi al risarcimento danni nei confronti di sanitari ospedalieri che hanno causato il decesso di pazienti». Un atto di citazione ha riguardato la “illegittima trasformazione – ha evidenziato il Procuratore – di 76 rapporti di collaborazione coordinata e continuativa da parte di azienda sanitaria provinciale con conseguente causazione di danno erariale dell’importo di oltre 23 milioni di euro, pari agli emolumenti corrisposti».
«E’ stata anche esercitata azione contabile – ha sostenuto il procuratore – nei confronti dei direttori generali pro tempore del dipartimento della salute della Regione Calabria per aver illegittimamente corrisposto le quote del Fondo Sanitario regionale per gli anni 2005 e 2007 in carenza del corrispondente finanziario statale, per l’importo di oltre 250 milioni di euro».
I risvolti positivi del commissariamento.
«Riguardo la spesa sanitaria in Calabria – ha detto il procuratore – già alla fine del 2011, sono cominciati ad emergere i primi proficui effetti dell’azione svolta dal Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di Rientro, per risanare il comparto sanità, nel quale sono più palesi gli sprechi. Risultati positivi sono stati registrati sia sul versante del contenimento della spesa, attraverso una riduzione dei costi del personale, dei costi della farmaceutica convenzionata, per l’effetto dell’introduzione della distribuzione diretta dei farmaci, e della spesa per l’acquisto delle prestazioni ospedaliere maggiormente in linea con lo svolgimento della sanità vicino al cittadino, sia su quello della razionalizzazione della rete ospedaliera».
«Ugualmente efficace – ha proseguito il Procuratore – si è dimostrata l’attività di riduzione del deficit sanitario, oggetto del piano di rientro, e di risanamento dei conti della sanità in Calabria, la cui proficuità è stata riconosciuta a livello nazionale mediante l’assegnazione di un mutuo che consentirà alla Regione Calabria di far fronte al debito pregresso ancora aperto, dando inizio, a livello centrale regionale, alle attività di transazione del debito e pagamento dei fornitori».
Le frodi comunitarie.
Altro tema “scottante” nella regione, riguarda le frodi comunitarie. Nel 2011 sono state 47 le citazioni della Corte dei Conti per queste frodi. «Trentacinque delle 47 citazioni – ha affermato il procuratore – hanno riguardato i fondi destinati alla zootecnia. Nel 2011 sono stati chiamati a giudizio soggetti pubblici e privati che hanno indebitamente percepito finanziamenti pubblici in mancanza dei requisiti richiesti dalla normativa, in particolare effettuando dichiarazioni false, utilizzando documentazione fittizia, ovvero omettendo la menzione di situazioni ostative. È stato il caso, ad esempio, di imprenditori che hanno ordito truffe attraverso la legge 488 e di soggetti che hanno indebitamente percepito fondi comunitari in agricoltura malgrado fossero sottoposti a misure penali di prevenzione e sorveglianza».
«Come si vede – ha proseguito il procuratore – si tratta di operazioni fraudolente, oggetto di attenzione anche in sede penale, che, da un lato, hanno comportato la distrazione di fondi pubblici dalle originarie finalità e, dall’altro, non hanno consentito a soggetti che ne avrebbero avuto diritto di ufufruire di trali fondi così arrecando un danno all’economia della Calabria ed a tutta la comunità calabrese».
La relazione del presidente Coccoli.
Sempre il tema della sanità è stato al centro della relazione del presidente della Sezione giurisdizionale per la Calabria della Corte dei conti, Luciano Coccoli, il quale ha ricordato che «significativi sono stati i giudizi riguardanti le Aziende sanitarie. In particolare si possono ricordare le sentenze in tema di illecita utilizzazione di finanziamenti concessi per lo screening di prevenzione di tumori femminili, che ha impedito l’avvio del progetto di prevenzione nonostante l’avvenuto acquisto di costosi macchinari, rimasti inutilizzati».
Coccoli ha sottolineato anche le sentenze «con le quali la Sezione ha statuito che l’espletamento, da parte di medici ospedalieri operanti in regime di esclusività, di attività professionale autonoma ed ulteriore rispetto a quella esercitata intramoenia, determina danno erariale, costituito dall’indebita percezione delle indennità corrisposte in ragione della natura esclusiva del rapporto di lavoro instaurato».
«In materia di consulenze – ha proseguito – è stata affermata la responsabilità di amministratori locali per avere conferito incarichi a soggetti esterni per lo svolgimento di compiti istituzionali che potevano essere resi dal personale in servizio; ciò in aderenza ad ormai consolidato orientamento giurisprudenziale». Rispetto all’attività svolta, il presidente Coccoli ha evidenziato che i giudizi di conto, nel 2011, sono stati 2.994 con un incremento, sul 2010, del 62%. «Sono state prodotte – ha detto – 2.166 relazioni di cui 381 per gli enti locali, 17 per le Asl e 1.768 per enti erariali. restano da estinguere 2.085 conti di enti erariali, 945 di enti locali e 207 di Aziende sanitarie. Sono stati emessi 2.156 decreti di estinzione per 1.441 conti erariali, 710 conti di enti locali e 5 di Aziende sanitarie».

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