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Dopo la dichiarazione di disponibilità di Franco De Caro, che in una lettera al sindaco e per conoscenza alla sede del Cosenza Calcio, si era detto pronto a versare 100 mila euro per il Cosenza Calcio, ieri è stata la volta di altri due soci e di un ex. Pino Citrigno, infatti, insieme al suo avvocato Irene Carbone, ha avuto un lungo colloquio a Paola con Pino Chianello, ex amministratore delegato del club rossoblù. Dall’incontro è scaturita la disponibilità dei due, insieme a Raffaele Filippelli, di sborsare una cifra congrua per il progetto di rinascita del Cosenza. «Abbiamo ricostituito – ha detto Citrigno – una coppia che per due anni è stata vincente. Si è creato un gruppo di lavoro insieme a Filippelli». Citrigno stamattina dovrebbe incontrare altri due imprenditori: «Se diranno sì avremo complessivamente altri 100 mila euro per far ripartire il Cosenza».
L’obiettivo dunque, è quello di lavorare per arrivare a martedì, giorno dell’assemblea straordinaria presso lo studio del notaio Lanzillotta, pronti a versare quanto serve nelle casse rossoblù per ricapitalizzare.
Ora si attende di capire quanti saranno gli imprenditori e quanto verseranno e soprattutto se saranno presenti Umberto De Rose e Franco Salerno, oltre a Giuseppe Carnevale. Insomma, martedì sarà il giorno più caldo dell’estate pallonara cosentina. L’ex presidente Peppino Carnevale si è sempre detto disponibile a ripartire: «Ribadisco il fatto che sono pronto a versare una determinata cifra – dice Carnevale – ma poi rifletto e dico: c’è una certa differenza tra il “mettere dei soldi a disposizione” e il “diventare una società”. Io credo che sia necessario innanzitutto fare una società, cioè incontrarci prima di martedì e discutere fra di noi con fatti concreti in mano, capire di quanto deve essere, ad esempio, il capitale sociale. E soprattutto capire che quando si entra in una società, o si fa una società, bisogna essere pronti a fare dei sacrifici sempre, perché gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo. Le difficoltà si superano con la compattezza e questa è data dall’«essere società», non solo dal versare dei soldi in un conto. Entro martedì bisogna formare una volontà unica, fare delle sedute preventive, ma qui non riusciamo a incontrarci. Forse un’istituzione che ci “costringesse” a sederci intorno a un tavolo sarebbe opportuna in questo momento». Si spera anche che a fare da collabte tra soci e imprenditori possa essere un’istituzione. Il sindaco Mario Occhiuto oppure il presidente della Provincia Mario Oliverio.

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