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COSENZA – Sono molti i Comuni che guardano con interesse all’area urbana, ma l’area urbana, per sua stessa definizione, non si realizzerà mai se Cosenza e Rende non troveranno un interesse comune a realizzarla e a farla diventare qualcosa di concreto e di importante. Su questo tema, siete impegnati in una competizione o in una sinergia?

OCCHIUTO: Siamo impegnati nello stabilire rapporti sinergici. Insieme al sindaco di Rende ci siamo ritrovati più volte a parlare di questo tema subito dopo il nostro insediamento. Il fatto è che, a mio parere, diventa stucchevole parlare sempre di area urbana senza citare mai quelli che sono gli obiettivi. Io credo molto nell’integrazione dei servizi e che da subito possa essere realizzata a iniziare dai trasporti. Ho lanciato delle proposte operative. Sono dell’idea che servono politiche che possano portare a risultati concreti anzichè limitarsi a discuterne. Io mi ritengo il sindaco della concretezza e già dal primo mese sulla circolare veloce ci siamo trovati d’accordo col sindaco di Rende. Poi non è stato possibile realizzarla ma resta il fatto che vada compiuto uno sforzo nell’ottica di pensare ai servizi per i cittadini in un’ottica complessiva. Non è un mistero che io sia per realizzare una città unica. E avevo anche proposto, per la costituzione di questa, di evitare di farla in campagna elettorale. Poi anche su questo tema ci siamo arenati.

CAVALCANTI: Il tema dell’area urbana non riguarda solo Cosenza e Rende. Credo che chi ha un ruolo di guida deve farsi carico di un’idea più ampia e complessiva. E’ un tema che può esser declamato con semplicità ma resta un tema complesso. Implica, come fatto culturale, una rinuncia a delle quote di sovranità e anche a qualche certezza. E’ un tema che si sviluppa su singoli settori, ma c’è da stabilire dove siamo e dove vogliamo arrivare altrimenti si rischia di fallire l’obiettivo comune. E’ vero quello che dice Occhiuto, sindaco col quale c’è un rapporto di assoluta cordialità e collaborazione espresse anche in più riprese. Lavorare insieme però significa anche creare un metodo di lavoro. Kissinger diceva: se devo parlare con l’Europa con chi parlo? Frase che ci riguarda da vicino proprio per dire che bisogna capire chi sia l’interlocutore. Mentre Occhiuto propone una città unica, che secondo me sarebbe realizzabile a conclusione di un percorso, io ho proposto l’individuazione di un soggetto, tipo l’Unione dei Comuni, che possa essere il luogo delle decisioni. Altrimenti si corre il rischio che le decisioni o non si prendono oppure che dipendano da singole propulsioni. Senza considerare che quando parliamo di area urbana dobbiamo tenere presente un orizzonte più ampio di Cosenza e Rende, perchè parlare solo di queste due città è un po’ asfittico. Io penso all’area urbana come a un sistema di cerchi concentrici, ed è chiaro che quello dei trasporti sia un punto strategico ma solo se parliamo ad esempio di metropolitana leggera e non di circolare veloce. Quella dell’area urbana è un’occasione importante, anche l’Europa vede il nostro territorio come strategico non solo per la Calabria ma anche per il sud, per questo ideale percorso che parte da Gioia Tauro, passa per Lamezia e poi si dipana qui. 

Il consigliere regionale del Pd, Sandro Principe, recentemente ha detto: accettiamo che Cosenza sia il capoluogo ma dovrebbe avere un’apertura culturale che non abbiamo visto in questo primo anno di sindacatura. 

OCCHIUTO: A me pare invece che in questo primo anno ci siano stati diversi incontri in cui questa apertura è stata dimostrata. Però dobiamo avere chiari gli obiettivi e su questo ho capito che non c’è una condivisione. 

Non vi fidate?

CAVALCANTI: Io mi fido. E sono d’accordo con Principe.

OCCHIUTO: La stima è reciproca ma su certi argomenti in discussione è già passato quasi un anno e non è stato fatto nulla. E insisto: una città civile non può dirsi tale senza un servizo di trasporto pubblico efficente… poi è chiaro che possono esserci delle proposte migliorative a un progetto…

CAVALCANTI: Delle quali avrei preferito discutere prima a livello politico.

OCCHIUTO. Ma perchè se è un problema di natura urbanistico e paesaggistico? Io penso che le aperture ci siano, ne abbiamo parlato più volte. Comunque, come riconosce Principe, Cosenza è il comune capolougo, Rende è una città importante, ha l’università e noi con un processo sinergico possiamo mettere in campo iniziative che partono dall’area urbana e poi guardano al resto del territorio. L’obiettivo è, in questo momento, dare ai cittadini dell’area urbana e a quelli che vengono nell’area urbana, dei servizi efficienti. Se non partiamo dai servizi non si va da nessuna parte. L’ideale, ripeto, sarebbe arivare a una città unica, che è la città di Cosenza, e che abbia tutta una serie di funzioni e che dal punto di vista dei servizi offra una certa efficienza. Del resto la città unica ormai è già vissuta in senso molto ampio da parte dei cittadini. 

Come si chiamerebbe questa città unica?

OCCHIUTO: Cosenza. Non possiamo cambiare la storia.

CAVALCANTI: Quando ero assessore a Cosenza e abbiamo approvato il piano di sviluppo urbano Cosenza-Rende, con Cersosimo creammo l’acronimo CORE che riusciva a evocare in vernacolo il sentimento verso il territorio. Questi sono elementi che vanno condivisi dai cittadini. Imporre un dirigismo sul nome da dare a una città unica non mi sembra una buona idea.

OCCHIUTO: Ma trovare acronimi sembra voler annullare la storia. Dovremmo essere piuttosto onesti e chiari con i cittadini e dire se abbiamo veramente questa intenzione.

CAVALCANTI: Noi lo abbiamo già detto perchè amministriamo su un programma che ha ricevuto il consenso dei cittadini. Il primo capitolo del mio programma parla di area urbana e si conclude con la realizzazione della città unica. Ora però il momento delle parole è finito. Dalle parole si deve passare ai fatti, ma questo significa rispetto reciproco dei ruoli. Nessuno mette in discussione che Cosenza sia il capoluogo, ma si deve anche essere in grado di rinunciare a quote di sovranità. Io sono disposto a mettere le eccellenze di Rende a disposizione di un territorio più ampio ma questa disponibilità deve esserci anche da parte di Cosenza. Non serve a nulla pensare che ci sia qualcuno che traina qualcun altro. Personalmente anche sulla metropolitana leggera ho avuto da ridire sul metodo perchè spesso il metodo è l’anticamera del merito. Quando ho sentito parlare della metropolitana di Cosenza o di Rende mi sono permesso di dire che deve esserci piuttosto una metropolitana che riguarda il territorio intero. 

OCCHIUTO: Ma io ne avevo parlato per quello che era il punto di vista urbanistico del tratto di Cosenza.

CAVALCANTI: Ognuno invece deve vederlo in un’ottica complessiva. 

OCCHIUTO: Rende però ha stabilito come fare il suo tratto indipendentemente da Cosenza.

CAVALCANTI: Non è così. Mi ricordo che Mancini parlava con Principe sulla possibilità di far passare la metropolitana leggera sul viale Parco. Poi alla fine si è trovata comunque una soluzione tra sindaci.

Questa è una discussione che si sviluppa su due piani: da un lato c’è il metodo, dall’altro si parla di obiettivi e servizi. Ma quali sono questi servizi in comune? Ci fu quello della raccolta dei rifiutima è naufragato.

OCCHIUTO: Io contesto questo discorso del metodo che a volte sembra una scusa per procastinare una decisione. Ovunque io mi sia trovato ho parlato di integrazione dei servizi. Per quanto riguarda i trasporti ne abbiamo parlato spesso, sia della metropolitana leggera che della circolare veloce. Si è parlato di rifiuti, del canile, dei programmi culturali. Si era arrivati anche a condividere un metodo ma è evidente che prima o poi bisogna passare ai fatti. Io mi considero un sindaco pro tempore, posso capire le ragioni di chi è legato in maniera forte a un territorio e alla sua storia. Giusto per fare un esempio: a Cosenza abbiamo tantissime vetture che arrivano da Rende e intasano il traffico e tante vetture da Cosenza vanno verso Rende. Verso l’università, poi, non ne parliamo. Ebbene, avere un traporto pubblico efficente è prioritario e importante anche per le generazioni future. E’ l’obiettivo principale.

CAVALCANTI: Io non dico no alla circolare veloce. Io nel 2002 fui quello che mise i cordoli nella città di Cosenza, quindi so che significa. Ma più che pensare ai cinque anni e al proprio tempo, forse servirebbe pensare un po’ di più alla cultura della palma, che è una pianta che ci mette parecchi anni a far fiorire le sue foglie e che quindi della sua frescura e della sua bellezza godranno altre persone, diverse da quelle che l’hanno piantata. Ecco, io penso che un’amministrazione debba piantare le palme. Sul tema dei trasporti, col sottoscritto si sfonda una porta aperta. Io sono stato assessore all’Area urbana e alla Mobilità del Comune di Cosenza, quindi la mobilità è una sorta di fissazione. Ma la fissazione è anche il progetto strategico che per me è la metropolitana. Vogliamo lavorare per essa? Facciamolo. La verità è che il vero elemento di difficoltà è che i cittadini che gravitano su Cosenza sono costretti ad usare l’auto se non c’è un servizio di trasporto efficiente. Se la circolare veloce si limita alla città, non è molto strategica. Bisogna fare in modo che i cittadini prendano il mezzo pubblico ma questo apre un tema che non può esser visto solo in base alle esigenze di Cosenza. Perchè io alla città debbo collegare anche il centro storico. Debbo collegare anche l’area industriale. Per me anche questi due collegamenti sono strategici. La circolare veloce la vedo molto in funzione delle esigenze della città di Cosenza. Ecco perchè se dobbiamo ragionare in termini di territorio bisogna fare un discorso più complessivo. E’ questo il modo di fare l’area urbana. Ha ragione Occhiuto, la mobilità avvicina i territori e toglie importanza al luogo dove si realizzano le strutture. Se il palasport di Rende, che ospita duemila persone, si può raggiungere in dieci minuti va benissimo che sia a Rende. Ci sono però anche altri sistemi. Non è possibile che 150 comuni della provincia di Cosenza abbiano tutti la vocazione residenziale, turistica, agricola…. non può essere così. Ecco perchè il discorso va fatto in maniera generale. Magari non subito, ma anche un collegamento con Sibari, per esempio, può essere importante.

Questo discorso sembra futuribile. Venendo all’immediato, quando sarà fatto il ponte di Calatrava? Quando la metropolitana? E come si risolverà la questione piazza Bilotti?

OCCHIUTO: Il mio programma è incentrato sulla sostenibilità che per se stessa pensa alle generazioni future. Questo significa che noi siamo qui per cinque anni ma contemporaneamente pensiamo a realizzare obiettivi per le generazioni che verranno, cosa che negli ultimi decenni non è stata fatta altrimenti nelle zone nuove vedremmo queste caratteristiche. Non è un problema solo di Cosenza ma riguarda tante periferie di tante città italiane, anche importanti. In tutto questo si inserisce la mobilità che è un elemento di civiltà. E’ un diritto di tutti i cittadini potersi spostare. Io non ho fatto dei semplici cordoli ma introdotto corse frequenti che abbracciano il territorio. Non tutti i punti, però, questo non è pensabile. Si collegano i punti dove ci sono le zone attrattorie. Le circolari sono tali perchè partono da uno studio sulla densità del traffico e i punti di intreresse e si arriva a un percorso in base al quale la circolare stessa può essere raggiunta dai suoi utenti in un raggio di 200 metri. Poi è chiaro che debbano esserci altre corse che si intersecano con essa in un sistema complessivo del trasporto. Noi non è che non vogliamo fare la metropolitana, quello è un appalto della regione. Noi pensiamo alla qualità del progetto, facciamo proposte migliorative per vedere se un progetto è fatto bene o è fatto male. Solo questo. Mica pensiamo che la circolare veloce possa essere sostitutiva della metropolitana leggera. Su piazza Bilotti dico che non è un appalto semplice ma che è sicuramente vantaggioso per il Comune. Non prevede solo i lavori della piazza ma la riqualificazione del centro cittadino, la pavimentazione da piazza Loreto al Comune. Prevede che l’impresa che si aggiudica la gara debba dare tre milioni e mezzo di euro di compartecipazione, più opere aggiuntive per un valore di due milioni. Quindi l’impresa deve contribuire con 5 milioni e mezzo e in più dover gestire per trent’anni il parcheggio, la manutenzione della piazza e il Mab.

CAVALCANTI: Confermo che è un progetto estremanente qualificante. Non è il caso farlo adombrare da questioni sugli appalti.

OCCHIUTO: Sul ponte di Calatrava abbiamo ereditato una situazione difficile. Le somme destinate al ponte e al planetario non c’erano a disposizione del Comune. Queste somme in un passato neanche tanto recente erano state stornate per altri partite di fondi correnti. E non si può decidere di non fare. Queste erano risorse 2007-2013, siamo al 2012 e non era stata spesa ancora neanche una lira. Al 2011 per legge c’era il disimpegno automatico. Ora il Comune di Cosenza ha appaltato un’opera di 21 milioni di euro se dovesse essere aggiudicata avremmo davvero fatto un miracolo in otto mesi. L’auditorium? Non si era chiusa nessuna procedura, non avevamo nè il terreno nè il progetto. 

Quando sarà realizzato invece il ponte che collegherà i due tratti di viale Parco?

CAVALCANTI: Ci sta lavorando la Provincia. E’ un progetto abbastanza complesso per quanto ne so.

Cosa fate voi sindaci per rendere sicure le vostre città dalla criminalità organizzata?

CAVALCANTI: Credo che i Comuni possano fare molto e questo nonostante la responsbilità principale ce l’abbia lo Stato. I Comuni possono fare molto soprattutto per incentivare la cultura della legalità. Certo non possono scovare i latitanti o arrestarli ma creare un humus culturale che sia un limite o un respingimento, questo sì. E poi essere totalmente rispettosi del ruolo della magistratura. Su questo non possono esserci osservazioni negative o contestazioni. Ognuno deve fare il proprio ruolo. Mettere in discussione quello dei magistrati non contribusice a creare la giusta cultura.

OCCHIUTO: Abbiamo attivato un tavolo insieme a prefetto e forze dell’ordine per una serie di azioni sul territorio anche nelle zone difficili. Abbiamo abbattuto dei fabbricati che venivano usati in maniera illegale. Negli uffici che hanno una componente di discrezionalità ho detto di fare riferimento alla prefettura. La magistratura fa un ottimo lavoro. E le forze dell’ordine nel centro storico di Cosenza, su San Vito o su via Popilia hanno fatto operazioni che hanno portato risultati importanti. 

Cavalcanti, lei è stato amministratore a Cosenza e adesso lo è a Rende. Perchè c’è una sostanziale differenza, a favore di Rende, nella qualità dei servizi?

CAVALCANTI: Il motivo è da ricercare nella programmazione, che a Rende è stata fatta a lungo termine e per tutto il territorio. Mi viene in mente quello che era stato il mio slogan elettorale: “Un cosentino a Rende” che significava pure che chiudersi nel proprio territorio non significa difenderlo, anzi è il contrario. Servizi ed efficienza devono essere però per tutti, non si può ragionare per pezzi, altrimenti si rischia che un cittadino di Rende possa vedere l’integrazione in maniera negativa. 

OCCHIUTO: Non sarei così sicuro sulla superiorità della qualità dei servizi a Rende piuttosto che a Cosenza. Con la circolare veloce credo che a Cosenza abbiamo un sistema di trasporti più efficiente rispetto a quello di Rende e per arrivarci abbiamo superato diverse difficoltà. In un anno poi abbiamo riorganizzato la macchina amministrativa, dopo 12 anni abbiamo fatto un nuovo contratto ai dirigenti e ai dipendenti. 

Capitolo rifiuti: avete avviato in entrambe le città la raccolta differenziata.

CAVALCANTI: A Rende siamo al 40%

OCCHIUTO: Siamo partiti e già non si parla più di emergenza rifiuti. Contiamo di arrivare a percentuali alte, tipo 70, 80% entro fine anno. Non serve arrivare a percentuali intermedie. Persino i grillini sono stati un sostegno in questo progetto di differenziata col quale puntiamo a fare anche un centro di selezione, raccolta e riciclo dei materiali. Possiamo diventare un centro d’eccellenza: pensate al canile. Non funzionava ed è diventato una punta d’eccellenza. Così come i teatri: li abbiamo riattivati con programmazioni differenziate e abbiamo creato eventi a Natale e per l’estate. 

CAVALCANTI: In realtà non credo che l’emergenza rifiuti sia scongiurata, anzi… anche perchè dopo anni di commissariamento siamo arrivati a dipendere da un’unica discarica privata. E c’è anche un altro settore sul quale bisognerebbe lavorare con una certa insistenza e urgenza.

Quale?

CAVALCANTI: La sanità. Chiediamoci se serve un nuovo ospedale. Chiediamoci anche se abbiamo la possibilità di fare una facoltà di Medicina. E’ inutile nascondercelo: per quanto riguarda la sanità, la nostra provincia è vicina allo sfacelo. A ciò si aggiunge il vero dramma dei calabresi, che non è tanto andare fuori ad operarsi ma quello di trovare altrove medici calabresi. Ecco perchè serve la facoltà di Medicina. Serve l’efficienza e serve la formazione. 

Cinque teatri tra Cosenza Rende: si può arrivare a una programmazione comune?

CAVALCANTI: A luglio scorso abbiamo sottoscritto un protocollo sugli avvenimenti estivi e su una programmazione compatibile. Il Comune di Rende non ha un suo teatro e quindi può solo offrire una collaborazione ma anche quello della cultura è un tema che ha le sue strategicità.

OCCHIUTO: Noi abbiamo riattivato i teatri e pensato di diversificare l’offerta. Penso al Morelli con questa residenza di Scena verticale, penso al Rendano che è il teatro di tradizione. Ecco, il Rendano secondo me dovrebbe essere il perno dell’offerta culturale, anche per quelle che sono le date. 

CAVALCANTI: A me un giorno piacerebbe arrivare a dire: andate a visitare i musei di Rende ma anche il Mab.

Qual è la vostra situazione debitoria rispetto ai fornitori?

OCCHIUTO: Cento milioni di euro. E’ un’eredità pesante che arriva dal passato. Puntiamo sulla riduzione dei residui attivi e a un controllo più accurato per ridurre l’evasione fiscale.

CAVALCANTI: I nostri ammontano a dieci milioni. Ma la verità è che tutti i comuni soffrono anche perchè sono il terminale di uno scaricabarile. I comuni devono avere la capacità di attrarre risorse e spendere in funzione delle esigenze dei cittadini. Abbiamo anche noi delle difficoltà ma a fronte di questi debiti si trovano realizzazioni che hanno dato ricchezza. Non amo i sindaci che dicono di aver risparmiato: i sindaci devono spendere, devono fare debiti con, chiaramente, la possibilità di pagarli.

Nel 2007 sembrava che il calcio potesse diventare l’elemento di unione dell’area urbana con la creazione di una squadra unica. Non si trovò l’accordo né sul nome ma soprattutto sui colori sociali. A Rende pare che siamo ai dettagli per la realizzazione di una cittadella dello sport. Anche a Cosenza venne presentato un progetto simile che però non è stato ancora realizzato. A che punto siamo?

OCCHIUTO: E’ chiaro che tutto nasce dalla vocazione del territorio. La nostra idea di città prevede delle funzioni attrattive e su quelle si qualificano i servizi. E’ comunque curioso il fatto che tante strutture sportive come lo stadio e le piscine e il quartiere fieristico si ritrovano, di fatto, vicine e sul confine con Rende.

CAVALCANTI: Credo che lo sport sia il tema più difficile da governare perchè ci sono delle identità ben precise e poi è coinvolta la passione della gente. Ma anche su questo una sana e serena discussione sul tavolo giusto può giovare. Noi abbiamo un palasport che potrà ospitare più di duemila persone ed è una struttura da mettere a disposizione di tutto il territorio

Potete assumere un impegno per fare un incontro per trovare un programma condiviso intorno al quale si possa costruire un progetto che possa coinvolgere anche altri comuni?

CAVALCANTI: Io sì. Sono legittimato da un programma e da una campagna elettorale. Qualche tempo fa ho anche scritto una lettera a Greco e Occhiuto invitandoli a un confronto. Ho uno splendido tavolo antico nel nuovo Comune e quindi già da domani potremmo trovare le cose che ci uniscono piuttosto che quelle che ci dividono.

OCCHIUTO: Accolgo l’invito e auspico che possano esserci motivi e occasioni per parlare di problemi specifici. Fino a quando avrò la maggioranza porterò avanti la mia idea di città. L’unica cosa che eviterei sono le discussioni fini a se stesse. Perchè le discussioni portano con loro il tentativo di rinviare le decisioni. Invece no, alla fine bisogna scegliere. Se queste decisioni non sono condivise, il Comune di Cosenza andrà avanti indipendentemente da tutto, così come è stato per il canile e la circolare veloce. 

CAVALCANTI: Posso fare una battuta? La democrazia è una gran fatica. Se l’approccio è “chiediamo la massima condivisione, però se uno non ci sta vado avanti per conto mio”, non mi sembra troppo rassicurante.

OCCHIUTO: Dico quello che penso con franchezza perché non possiamo discutere in eterno, i cittadini ci chiedono risposte.

L’appartenenza a coalizioni diverse può essere un ostacolo?

OCCHIUTO e CAVALCANTI: E’ l’unica cosa che non ha mai influito nelle nostre discussioni. Una volta finite le elezioni occorre rappresentare tutti i cittadini.

 

(Hanno partecipato Matteo Cosenza, Emanuele Giacoia, Gianni Cerasuolo, Rocco Valenti, Adriano Mollo, Massimo Clausi, Valter Leone, Roberto Grandinetti, Alesssandro Chiappetta, Simona Negrelli, Maria Francesca Fortunato. Testo raccolto da Alessandro Chiappetta. Foto di Mario Tosti)

 

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