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PAOLA – L’indagine relativa al caso del giornalista del Quotidiano malmenato, Paolo Orofino, continuerà nei prossimi giorni. Gli inquirenti stanno attenzionando un soggetto che sarebbe stato il mandante della vile aggressione subita dal cronista venerdì scorso, nella piazza centrale della cittadina tirrenica. 
Al momento la Procura della Repubblica di Paola ha aperto un fascicolo in cui si ipotizza il reato di percosse, con il solo aggressore, il trentunenne P.C., iscritto nel registro degli indagati. Ma i carabinieri stanno ultimando ulteriore attività info investigativa, mirata a risalire a un soggetto, presente al momento dell’accaduto, che potrebbe aver impartito all’autore del deplorevole gesto di colpire il nostro malcapitato collega.
Orofino è costantemente impegnato in prima linea nelle inchieste giudiziarie, comprese quelle condotte dalla Dda di Catanzaro. Nelle ultime settimane sta offrendo un considerevole contributo di servizi giornalistici relativi al procedimento sulle consulenze d’oro dell’Asp di Cosenza, ovvero un fascicolo con i seguenti capi d’imputazione: falsa fatturazione e truffa, con l’aggravante del reato associativo. 
Un caso passato all’attenzione delle cronache nazionali, perché indagato anche il figlio del senatore Antonio Gentile, dimessosi da sottosegretario del governo Renzi dopo solo qualche giorno dalla nomina per le vicissitudini legate a questa inchiesta sulle consulenze d’oro dell’Asp cosentina.
E per queste consulenze legali è indagato anche l’avvocato Nicola Gaetano, che il giorno dell’aggressione a Orofino si trovava nella piazza centrale di Paola, intorno all’ora di pranzo. Il nostro collega era in compagnia di Sandro Ruotolo, giornalista impegnato per la trasmissione di La7 “Servizio Pubblico”, che aveva fermato il legale per un’intervista relativa all’inchiesta sull’Asp.
Dalla distanza di alcuni metri Orofino ha tentato di fotografare l’avvocato Gaetano mentre rilasciava le sue dichiarazioni al microfono, ma un commerciante della zona, che lo conosce, glielo voleva impedire. Nel veloce scambio di battute l’esercente contestava i servizi di un’inchiesta datata relativa a un giro di ricette mediche false, ma successivamente lasciava libero il nostro collega di fotografare, ignaro che altro soggetto, il succitato P.C., gli si stava avventando alle spalle per tirargli lo schiaffo.
Ai carabinieri, raccolte le varie testimonianze, tra cui quelle della troupe televisiva di Ruotolo, è bastato poco per individuare l’aggressore, il quale, e siamo alla novità, pur alterato non avrebbe agito di sua iniziativa, ma sarebbe stato istigato da qualcuno dei presenti. Un soggetto che non gradirebbe il lavoro nella cronaca giudiziaria di Orofino, forse perché non digerisce qualche verità.
L’individuazione di tale persona, come riferito, è in corso. La sua posizione, quindi, sarebbe più grave se anziché trattarsi della semplice istigazione estemporanea nella concitazione del momento,  ci fosse una premeditazione del gesto.
Tale vicenda rasenta un paradosso: gli inquirenti non sono riusciti a utilizzare le riprese della videosorveglianza della piazza centrale, dove accaduto il fatto, per la mancanza di personale in servizio della polizia municipale, che gestisce il servizio e ha pertanto accesso agli strumenti di ripresa. Non è addirittura da escludere, come si è appreso da qualche indiscrezione, che l’impianto addirittura non funzionasse.

PAOLA – L’indagine relativa al caso del giornalista del Quotidiano malmenato, Paolo Orofino, continuerà nei prossimi giorni. Gli inquirenti stanno ponendo la loro attenzione su un soggetto che sarebbe stato il mandante della vile aggressione subita dal cronista venerdì scorso, nella piazza centrale di Paola (LEGGI). Al momento la Procura della Repubblica ha aperto un fascicolo in cui si ipotizza il reato di percosse, con il solo aggressore, il trentunenne P.C., iscritto nel registro degli indagati. Ma i carabinieri stanno ultimando ulteriore attività info investigativa, per risalire a un soggetto, presente al momento dell’accaduto, che potrebbe aver impartito all’autore del deplorevole gesto di colpire il nostro malcapitato collega.

 

Orofino è costantemente impegnato in prima linea nelle inchieste giudiziarie, comprese quelle condotte dalla Dda di Catanzaro. Nelle ultime settimane sta offrendo un considerevole contributo di servizi giornalistici relativi al procedimento sulle consulenze d’oro dell’Asp di Cosenza, ovvero un fascicolo con capi d’imputazione che includono falsa fatturazione e truffa, con l’aggravante del reato associativo. Un caso passato all’attenzione delle cronache nazionali, perché indagato anche il figlio del senatore Antonio Gentile, dimessosi da sottosegretario del governo Renzi dopo solo qualche giorno dalla nomina per le vicissitudini legate a questa inchiesta sulle consulenze d’oro dell’Asp cosentina. E per queste consulenze legali è indagato anche l’avvocato Nicola Gaetano, che il giorno dell’aggressione a Orofino si trovava nella piazza centrale di Paola, intorno all’ora di pranzo. Il nostro collega era in compagnia di Sandro Ruotolo, giornalista impegnato per la trasmissione di La7 “Servizio Pubblico”, che aveva fermato il legale per un’intervista relativa all’inchiesta sull’Asp.

LEGGI IL COMMENTO DI RUOTOLO: UNO SCHIAFFO A TUTTI NOI

LEGGLI LA SOLIDARIETA’ DEL CDR DEL QUOTIDIANO

Dalla distanza di alcuni metri Orofino ha tentato di fotografare l’avvocato Gaetano mentre rilasciava le sue dichiarazioni al microfono, ma un commerciante della zona, che lo conosce, glielo voleva impedire. Nel veloce scambio di battute l’uomo contestava i servizi di un’inchiesta datata relativa a un giro di ricette mediche false, ma successivamente lasciava libero il nostro collega di fotografare, ignaro che altro soggetto, il succitato P.C., gli si stava avventando alle spalle per tirargli lo schiaffo. Ai carabinieri, raccolte le varie testimonianze, tra cui quelle della troupe televisiva di Ruotolo, è bastato poco per individuare l’aggressore, il quale, pur alterato, non avrebbe agito di sua iniziativa, ma sarebbe stato istigato da qualcuno dei presenti. Un soggetto che non gradirebbe il lavoro nella cronaca giudiziaria di Orofino, forse perché non digerisce qualche verità.

L’individuazione di tale persona è in corso ela sua posizione sarebbe più grave se anziché trattarsi della semplice istigazione estemporanea nella concitazione del momento,  ci fosse una premeditazione del gesto. Tale vicenda rasenta un paradosso: gli inquirenti non sono riusciti a utilizzare le riprese della videosorveglianza della piazza centrale, dove accaduto il fatto, per la mancanza di personale in servizio della polizia municipale, che gestisce il servizio e ha pertanto accesso agli strumenti di ripresa. Non è da escludere, come si è appreso da qualche indiscrezione, che l’impianto addirittura non funzionasse.

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