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CROTONE – Dopo i disordini al Centro di identificazione ed espulsione (Cie), una trentina di immigrati ospiti dell’adiacente Centro di accoglienza per richiedenti asilo (Cara) di Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto, alle porte di Crotone, hanno protestato, questa mattina, occupando per circa un’ora e mezzo la carreggiata della strada statale 106 che corre parallela alla struttura ricettiva e bloccando il traffico automobilistico. Gli immigrati, quasi tutti di nazionalità africana, sono stati poi convinti a spostarsi sul ciglio della strada dal nutrito plotone di appartenenti alle forze di polizia intervenute sul posto, per cui al momento il traffico subisce solo rallentamenti. 
La protesta, stando ai cartelli mostrati dagli immigrati, scaturisce dai problemi di carattere organizzativo interni al Cara che attualmente ospita oltre 1.450 persone, ovvero il numero massimo di posti disponibili. E gli immigrati lamentano tra l’altro i tempi lunghi della burocrazia che costringono ad accumulare le persone sbarcate nei centri.
ANCORA CHIUSO IL CENTRO DI IDENTIFICAZIONE – Resta chiuso nel frattempo il Cie, il Centro di identificaizone ed espulsione, devastato nei giorni scorsi a causa di una protesta divampata dopo la morte di un immigrato per cause ancora oscure. Il Cie era stato chiuso lo scorso 13 agosto dal momento che la struttura era diventata inagibile; due giorni prima, infatti, gli extracomunitari trattenuti, in tutto 50 persone, avevano dato vita ad una rivolta danneggiando seriamente materassi, arredi e tutto quanto gli era capitato fra le mani. Contestavano il decesso di un uomo marocchino di 31 anni che si era sentito male ed era stato trasportato al pronto soccorso dell’ospedale civile di Crotone dove poi era spirato. La Procura della Repubblica di Crotone ha disposto l’autopsia dalla quale è emerso che è stata una cardiopatia a causare la morte ma il medico legale comunque si è riservato l’esito finale, dopo aver riscontrato nel corpo dell’uomo la presenza di alcune sostanze, probabilmente farmaci, alle quali potrebbe essere ricondotta una concausa della morte. Nei giorni successivi agli incidenti, pertanto, la Prefettura di Crotone ha disposto il trasferimento a piccoli scaglioni delle 50 persone trattenute nel Cie di Crotone ad altre strutture.
LA PREOCCUPAZIONE DEL MINISTRO KYENGE – «E’ importante aprire con il Viminale, che si occupa di queste situazioni, un fronte di discussione. Isola Capo Rizzuto non deve essere visto come un caso locale ma nazionale» ha detto il ministro Cecile Kyenge, durante la sua visita in Calabria (LEGGI L’ARTICOLO) tornando a parlare del Cie. Kyenge sarà a Crotone mercoledì.
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