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E’ stata presentata a Crotone, la relazione sulle criticità nel settore dei rifiuti e delle bonifiche relativa allane Calabria elaborata dalla Commissione bicamerale d’inchiesta sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti presieduta dall’on. Gaetano Pecorella (in foto).
Il documento è il frutto di una complessa attività istruttoria, che ha visto la Commissione impegnata in tre distinte missioni sul territorio calabrese tra dicembre 2009 e giugno 2010, nel corso delle quali ha esaminato la situazione grazie a un numero significativo di audizioni e sopralluoghi. L’inchiesta, secondo la commissione, «ha consentito di mettere in evidenza come, a distanza di oltre tredici anni dall’istituzione dell’ufficio del commissario delegato per l’emergenza rifiuti in Calabria nel settore dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani, poi ampliato al settore delle acque e delle bonifiche per gli anni compresi dal 2002 al 2008, non è stato realizzato nessuno degli obiettivi previsti dai piani regionali per i rifiuti, predisposti dal commissario delegato per l’emergenza rifiuti.
L’esito delle iniziative commissariali – si fa rilevare – è stato del tutto insoddisfacente, posto che le società miste pubblico – private, costituite dal commissario per realizzare la raccolta differenziata, versano tutte in stato di insolvenza e che la raccolta differenziata non è decollata, essendo, pressochè, inesistente sul 90 per cento del territorio regionale, a tal punto da raggiungere, nella media, la modesta percentuale del 4,2 per cento per gli anni 2005, 2006, 2007 e 2008. Tutto il sistema delle discariche è rimasto affidato ai privati: ad oggi sono operative le discariche di Pianopoli (CZ) e di Catanzaro-Alli, entrambe di proprietà del privato «Enerambiente SpA», nonchè la discarica di Crotone, località Columbra, la più grossa della Calabria, gestita dalla «Sovreco srl», facente parte del gruppo Vrenna, mentre tutte le altre discariche, pubbliche e private, sono praticamente esaurite; la discarica di Pianopoli, in data 18 novembre 2010, è stata posta sotto sequestro con decreto urgente del pubblico ministero di Lamezia Terme, convalidato dal GIP, in data 22 novembre 2010, per violazione degli articoli 137, comma 1, del decreto legislativo n. 152 del 2006 e 674 del codice penale.
La gestione integrata dei rifiuti comprende gli impianti di trattamento che – si fa rilevare – in Calabria fanno capo per la gran parte a una società privata, la TEC-Veolia, nonchè il termovalorizzatore di Gioia Tauro, anch’esso gestito dalla stessa società». Con riguardo a quest’ultimo impianto, si fa rilevare che, «dal Rapporto rifiuti 2008 ISPRA-ONR e dal successivo rapporto del 2009 risulta che, negli anni 2007 e 2008, l’inceneritore ha trattato un quantitativo di rifiuti, rispettivamente, di 114 mila tonnellate e di 97 mila tonnellate di combustibile da rifiuto a fronte di una potenzialità complessiva di 120 mila tonnellate e che ha usato come combustibile cdr proveniente anche da altre regioni e, segnatamente, dal Veneto, dalla Toscana e dalla Lombardia». Appare evidente, secondo la commissione, «la superfluità del raddoppio dell’impianto di incenerimento di Gioia Tauro, il cui completamento è previsto per il 2012 e al quale, tuttavia, non è possibile sottrarsi per non dover pagare forti penali, in forza del concluso contratto di appalto».
In un contesto «di acclarata inefficienza e di disservizio pubblico devono, inoltre, – secondo la commissione – essere sottolineati, in negativo, i costi della struttura commissariale, indicati nella relazione della Corte dei conti-sezione regionale di controllo per la Calabria, che – con riferimento al periodo compreso tra il mese di gennaio 2006 e il mese di agosto 2009 – sono stati complessivamente pari a 13.838.659,64 euro». Tra le voci di bilancio relative alle suddette annualità vengono sottolienati ) i «compensi al personale amministrativo» che, si segnala «nell’anno 2007, hanno raggiunto la rilevante somma di 3,44 milioni di euro, a fronte di una media negli altri anni di circa euro 1,5 milioni; i «compensi per collaborazioni» – non meglio specificate – che, nell’anno 2007, hanno raggiunto il picco di 979 mila euro e, nell’anno 2008, sono stati di ben 717 mila euro; in via generale, si tratta di costi molto elevati, che non trovano alcun riscontro nel servizio reso; in particolare, la voce «compensi per collaborazioni» appare del tutto ingiustificata; rilevanti sono, poi, le spese «per la gestione di discariche, impianti e stazioni» che, nel decennio, sono state complessivamente pari a euro 249.144.297,53, con un crescendo costante».
Secondo la commissione, «se si volessero fare dei rapidi confronti, per ogni cittadino calabrese sono stati spesi ben 123,89 euro solo per la gestione delle discariche e delle stazioni di trasferenza da parte del commissario, cui vanno ad aggiungersi le somme pagate a titolo di tariffa dai comuni: il tutto per un servizio non reso, ovvero reso male; i costi sopra indicati prescindono dalle condanne, contenute in ben tre lodi arbitrali, del complessivo importo di oltre 100 milioni di euro – importo che, paradossalmente, è pari al costo di un inceneritore di media taglia – subite dall’ufficio del commissario delegato, a causa della mancata realizzazione del termovalorizzatore di Bisognano, dei ritardi e degli inadempimenti relativi alla costruzione degli impianti di trattamento e delle discariche di servizio, nonchè al raddoppio del termovalorizzatore di Gioia Tauro e, infine, dei crediti vantati dalla TEC-Veolia per maggiori costi di gestione degli impianti: tutto ciò a fronte di un’attività di recupero crediti svolta dall’ufficio del commissario nei confronti dei comuni per le tariffe rsu non versate, che è del tutto insoddisfacente, posto che nell’anno 2009 vi è stato un incremento dei crediti non riscossi della struttura commissariale verso i comuni, che sono passati dalla somma di 143 milioni 874 mila euro, alla data del 31 dicembre 2008, a quella di 149 milioni di euro, alla data del 31 dicembre 2009».

SCOPELLITI: ENTRO FINE 2012 COMPETENZE ALLA REGIONE
«Contiamo entro la fine del 2012 di recuperare tutte le funzioni che riguardano il ciclo integrato dei rifiuti nell’ambito delle competenze della Regione». E’ l’intervento del presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, a Crotone alla presentazione della Relazione sulle criticità del settore dei rifiuti e delle bonifiche in Calabria stilata dalla Commissione bicamerale d’inchiesta sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti. «La politica – ha proseguito Scopelliti – deve assumersi le responsabilità delle sue scelte. Per quanto ci riguarda i fondi europei non sono stati distolti, ma utilizzati per finalità legate all’ambiente».
Secondo il governatore calabrese «la vera grande carenza è la programmazione. Il commissariamento fa regnare il caos in cui proliferano tutti i meccanismi perversi. Nell’ultimo anno e mezzo abbiamo focalizzato tutto ciò che la Calabria dovrà realizzare nel tempo per uscire dall’emergenza nel settore dei rifiuti come nella depurazione e nella sanità». «La prima carenza – ha concluso – è che non c’è termovalorizzatore nella provincia di Cosenza, ma è stata scelta la strada del raddoppio di quello di Gioia Tauro».

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