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CROTONE – Il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Crotone ha scoperto un danno erariale di 890 mila euro e segnalato alla Procura regionale della Corte dei Conti due imprenditori, padre e figlio, e due dirigenti della Regione Calabria. L’indagine, coordinata dalla procura di Crotone, riguarda un finanziamento erogato dalla Regione ad una impresa per la realizzazione di un hotel. Gli imprenditori, però, secondo quanto appurato dai finanzieri, dopo avere incassato la prima tranche non avrebbero ultimato la costruzione della struttura. Il progetto originario, secondo le indagini della finanza, prevedeva, a fronte di spese ammissibili per circa 2,7 milioni di euro, un contributo di 1,212 milione di euro da corrispondere in quattro quote, con saldo da liquidare, previa richiesta di collaudo finale, entro due anni dal decreto di concessione emesso nel febbraio 1997. 

L’esame della documentazione e l’acquisizione di testimonianze hanno permesso di accertare che l’impresa ha incassato 890 mila euro a titolo di anticipazione e stato d’avanzamento lavori, ma nonostante numerose proroghe concesse, l’ultima delle quali nel 2010, non ha mai ultimato l’investimento tanto che sul luogo dove sarebbe dovuto sorgere l’albergo si trova solo lo «scheletro» della costruzione. I finanzieri hanno anche accertato che l’immobile in questione era stato ceduto dall’impresa destinataria del finanziamento ad altro soggetto societario, riconducibile allo stesso gruppo familiare, senza informare la Regione. Dopo gli accertamenti della Guardia di finanza, la Regione ha riconsiderato la pratica, invitando la ditta a produrre la documentazione di chiusura dei lavori. Non ottenendo riscontro, è stato avviato l’iter per la revoca amministrativa del finanziamento ed il recupero delle somme già corrisposte. I finanzieri hanno quindi accertato un danno erariale di 890 mila euro a carico degli imprenditori che non si sono attivati per la restituzione del contributo. I due dirigenti della Regione sono stati segnalati perché avrebbero concesso ulteriori proroghe all’impresa in violazione dei termini massimi fissati da una apposita delibera di Giunta, ritardando il monitoraggio dell’iniziativa e l’avvio della conseguente azione di recupero.
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