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POTENZA – Un sistema di smaltimento dei rifiuti «instabile» porta a vivere in continua emergenza. «Per questo dobbiamo uscirne il prima possibile», dice il sindaco Dario De Luca mentre pensa a Potenza e alla strada che la città deve percorrere nel settore. Ma come fare?
La conferenza stampa di ieri, a Palazzo di città, è stata l’occasione per spiegare «l’accelerazione impressa» a un programma già avviato dalla precedente amministrazione e che va messo a regime al più presto. «Abbiamo ereditato il progetto, lo mettiamo in carreggiata», hanno spiegato De Luca e l’assessore all’Ambiente, Pasquale Pepe.
Non conta la discontinuità politica in Municipio: «È un buon progetto, ma va messo in pratica. Lo testeremo, capiremo sperimentando, cambieremo quello che non dovesse funzionare di volta in volta. Ma l’urgenza è uscire dallo status quo».
Che a Potenza significa un equilibrio precario, incapace di reggere al più piccolo intoppo.
La scarsa dotazione infrastrutturale, la carenza di risorse economiche e il monopolio dei gestori degli impianti privati di smaltimento hanno immesso Potenza in una continua emergenza tra conferimento e smaltimento dei rifiuti.
Nel sistema territoriale dei rifiuti, Potenza da qualche tempo fa ambito a sè, affiancata dall’hinterland. L’idea è quella di riunificare i due settori in un unico bacino, appena le due aree potranno proporre comuni standard di efficienza. Nel frattempo, un passo per volta.
Il primo, nel capoluogo, è la pubblicazione della gara per l’acquisto di mezzi destinati alla raccolta differenziata: 2.150.000 euro il valore proposto nel bando, parte di quei 5 milioni di euro che la Regione ha destinato alla città di Potenza per la differenziata. Il progetto si suddivide in più fasi ed è costruito d’intesa con il Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi).
Un ruolo importante sarà svolto dall’Acta. La società per azioni a capitale comunale sarà il soggetto attuatore del progetto e dovrà affrontare con il Comune una riflessione sulla possibile riconversione di personale interno e assunzione di nuove unità.
L’obiettivo è partire con la raccolta porta a porta a fine anno, almeno in alcuni quartieri. La sperimentazione dovrebbe cominciare in periferia e muoversi verso il centro, man mano che si completerà il servizio di informazione dei cittadini.
«Non bastano le attrezzature nuove – ha spiegato De Luca – La consapevolezza dei cittadini è la parte fondamentale del buon funzionamento del servizio. Solo quando ogni residente sarà stato “istruito” potremo smantellare i cassonetti in quel pezzo di città e installare i contenitori per la differenziata spinta».
Nel frattempo il servizio va affrontato con una prospettiva complessiva.
In arrivo c’è anche un altro finanziamento – da 324.000 euro – per la messa in sicurezza della vasche della discarica di Pallareta-Montegrosso, attualmente chiusa e già finita in un’inchiesta della Procura di Potenza rispetto alla sicurezza ambientale. La procedura di caratterizzazione del sito per la realizzazione di una nuova vasca ancora non è terminata. Al momento l’ente deve fare affidamento su impiantistica privata, in particolare sulla stazione di trasferenza di Tito Scalo, da cui poi i rifiuti muovono in direzione discarica. Al costo di 240 euro a tonnellata.
Anche per questo, un altro pezzo della strategia di settore sta nella trasformazione della linea a freddo dell’inceneritore in una stazione di trasferenza locale. La struttura di San Luca Branca, ferma da anni senza aver mai raggiunto il collaudo, diventerà punto di raccolta dei rifiuti cittadini. Poter fare affidamento su una struttura pubblica dovrebbe permettere di risparmiare parecchie risorse.
«Dobbiamo colmare il ritardo che si è accumulato – ha aggiunto Pepe – e spingere sul cambiamento delle abitudini».
Oggi Potenza è al 21 per cento di raccolta differenziata: troppo poco rispetto agli standard richiesti dalla normativa europea. La quota 70 per cento resta l’ambizioso traguardo della differenziata a regime. Si spera entro il 2015.

 

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