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«Non ho partecipato alla manifestazione di Libera non certo perchè non credo nella lotta alla mafia e all’illegalità, ma più semplicemente perchè la mafia non è un’entità astratta o quella che si racconta nei film e nelle fiction televisive, ma una cultura di governo e di rapporti con i cittadini»: lo ha detto, in una dichiarazione, il sen. Egidio Digilio (Fli) (in foto), riferendosi al corteo della 16/a Giornata della memoria in ricordo delle vittime delle mafie, in corso stamani a Potenza. «La mafia che combatteva Paolo Borsellino – ha aggiunto Digilio – era quella, purtroppo ancora viva, dei ‘colletti bianchì, dell’intreccio di affari e scambi (di voti) con la politica, di clientelismi e favoritismi. Un messaggio civile che tocca da vicino e direttamente il Palazzo solo a pochi metri dalla manifestazione di Libera che non è immune dalla ‘lezione Borsellinò. Dunque, se l’etica pubblica è fondamento di ogni azione politica, una sorta di ‘buona educazionè civile, in cui i diritti di tutti sono l’altra faccia dei doveri di ciascuno, la società italiana come di rettamente quella lucana hanno bisogno di esempi e di comportamenti responsabili, rispettosi delle istituzioni e di un autentico senso dello Stato. La legalità – ha concluso Digilio – non è un totem e non è un tabù, non è un orpello ideologico nè un concetto giudiziario, ma è la condizione, la sola e necessaria, in cui una società civile possa vivere e prosperare».

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