X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

CATANZARO – Tecnici e imprenditori. Funzionari e politici. Per quei reati gravissimi, che vanno dall’associazione a delinquere al disastro ambientale, passando per l’abuso d’ufficio, il falso e la corruzione, fino all’evasione fiscale, legati alla presunta allegra gestione della discarica di Alli, il gup, Maria Rosaria Di Girolamo, ha rinviato tutti a giudizio. Accolta la richiesta ribadita in aula dal sostituto procuratore, Fabiana Rapino, che ha avallato le conclusioni che erano state tratte dal collega Carlo Villani (tasferito al Ministero), il giudice dell’udienza preliminare ha fissato per il prossimo 9 ottobre il processo, che vedrà salire sul banco degli imputati 15 persone. A cominciare dall’assessore all’Ambiente della Regione Calabria, Francesco Pugliano, nella sua qualità di sub commissario delegato per il superamento della situazione di emergenza nel settore dei rifiuti urbani in Calabria. Quindi, lo seguirà l’ex commissario, Graziano Melandri, e tutto il suo staff, composto dai tecnici, Domenico Richichi e Simone Lo Piccolo, dall’avvocato Francesco Attanasio, responsabile dell’area legale dell’Ufficio, e dai funzionari Adelchi Andrea Ottaviano e Rocco Tavano, quali responsabili unici del procedimento. 

E la posizione che si aggrava di più è quella di Rechichi, che, secondo la nuova accusa di corruzione formulata dal magistrato, avrebbe agevolato il piano dell’imprenditore veneto Stefano Gavioli, amministratore delegato dell’Enertech srl, e dei suoi “compari”, in cambio dell’assunzione del fratello presso l’impianto con la qualifica di operaio generico, prima, di addetto alle pulizie e di autista di mezzi pesanti, dopo. 
Anche questo, dunque, si legge nelle carte dell’inchiesta, che al centro della scena vede agire tutto l’entourage che gravitava intorno alla gestione dell’impianto, dal braccio esecutivo di Gavioli, Loris Zerbin, ai tecnici Giovanni Faggiano, Giancarlo Tonetto, Enrico Prandin e Paolo Bellamio, fino ai coordinatori Santo Mellace e Antonio Garrubba. Tutti presunti complici di uno stratagemma ordito per eludere le tasse, ricorrendo al sistema delle scatole cinesi, con la creazione di società ad hoc operanti nel settore dello smaltimento dei rifiuti, alle quali passare i crediti ma non i debiti.
Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE