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CHE il verde negli spazi urbani fosse sentito dai cittadini come una minaccia non è certo una novità di quest’anno.

La caduta dell’albero in viale Marconi e la tragedia sfiorata – l’albero è finito su un’auto parcheggiata davanti all’entrata delle scale mobili, per cui si tratta di un’area di facile passaggio e per di più vicino a una scuola – è solo la punta di un iceberg.

L’evidenza di ciò che i cittadini chiedono da tempo: la manutenzione del verde urbano. L’erba, specialmente in estate, cresce alta, ricoprendo del tutto marciapiedi e rotonde laddove alla guida servirebbe un’ampia visuale.

Facendo un rapido giro in città, segnalazioni vengono da via Angilla vecchia, rione Mancusi, via Siena, Santa Maria ma anche santa Croce, Poggio tre Galli, Macchia Romana.

A macchia di leopardo ogni quartiere combatte con insetti e serpenti che si annidano tre le erbacce e la minaccia di incendi: «Tra un po’ – lamentano i cittadini – quando con l’arsura l’erba diventerà secca, basta un mozzicone di sigaretta per far succedere l’irreparabile».

La situazione è davvero tragica da anni ormai a Bucaletto, dove gli animali entrano con estrema facilità dentro casa, trattandosi di prefabbricati. Ognuno arrangia come può.

A rione Lucania, per esempio, è il “Comitato di quartiere” che a proprie spese taglia l’erba e pota gli alberi. Con autorizzazione del Comune  a giugno è intervenuto su un grosso pino che stava per cadere. Qualche altro albero secco è stato tagliato nel parco ma restano alcuni pini diventati così alti da entrare quasi negli appartamenti.

Il Comune, in via informale, ha più volte fatto sapere che non sono pericolanti ma la tensione resta alta, soprattutto dopo gli ultimi avvenimenti.

Lo stesso vale per alcuni palazzi di viale Dante che affacciano su via Acerenza: i rami dei pini sono sempre più riversi verso le finestre delle abitazioni. Altra zona che desta allarme è la villa di Santa Maria.

I cittadini sono impauriti dalle radici rialzate e dai rami decadenti. D’altronde qualche anno fa un albero è caduto e dal tronco hanno realizzato un bellissimo leone, oggi consumato come il verde della villa: «Eppure – dicono molti frequentatori e residenti – si tratta di vecchio orto botanico del 1800. Potrebbe essere usato anche per scopi didattici o turistici se ben curato. Certo non si può pensare di abbattere questi magnifici esemplari, forse alcuni addirittura millenari, ma curarli sì. Ed è compito dell’amministrazione. Una volta c’era il giardiniere, adesso nemmeno più quello. In questo modo potrebbero crearsi anche nuovi posti di lavoro».

Intanto dall’assessore comunale all’Ambiente, Pasquale Pepe, arriva una nota di gratitudine al comando dei Vigili del fuoco per il tempestivo intervento in viale Marconi sia per l’albero “inquisito” – per l’esattezza, si legge sempre nella nota, si tratta di un aliantus ciclopica – che per tutti gli altri alberi insistenti nella zona, potenzialmente pericolosi, su indicazione del dirigente del settore Ambiente Giancarlo Grano. Neanche un parola, però,  per quanto riguarda la tragedia sfiorata e sui pericoli che si corrono in più zone della città. Quello che i cittadini si augurano è che la nuova amministrazione intervenga subito su questioni importanti come questa, senza pensare a bilanci e conti che, come ben si sa, sono drammatici. «Ci sono servizi di manutenzione ordinaria – dicono– che non si possono prorogare. Non si può  indire una riunione per organizzare gli eventi estivi e poi trovare scuse nei bilanci per non mettere mani nelle vere esigenze della città».

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