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POTENZA – «Abbiamo dato agli investigatori tutta la collaborazione possibile, e avviato un percorso amministrativo per farci carico di tutti i costi che ciò comporta, anche arrivando fino a un’ordinanza sindacale per riesumare i corpi di quella sezione del cimitero, sperando di trovare i due bambini e mettere un punto definitivo a questa storia, prima di tutto per una questione di rispetto e di civiltà».
E’ quanto ha affermato all’Ansa il nuovo sindaco di Tito, Graziano Scavone sul caso di Massimiliano e Manuela Mariotti, portato alla ribalta dal Quotidiano della Basilicata a dicembre dell’anno scorso.
Da allora anche l’inchiesta dei militari dell’aliquota di polizia giudiziaria dei carabinieri di Potenza ha fatto passi importanti col ritrovamento del il registro che avrebbe dovuto contenere le annotazioni delle tumulazioni nei loculi e all’inizio si riteneva «perso» dopo il terremoto del 1980.
Alla fine è saltato fuori, ma di annotazioni su quanto accaduto alle ossa che erano nel loculo dei due fratellini non c’è traccia, e al suo interno mancherebbero anche i dettagli di molte altre vicende.
In un primo momento si è pensato a un errore, voluto o casuale. Accanto al loculo che avrebbe dovuto contenere le ossa dei bambini c’è proprio quello con i resti dei genitori di un operaio che all’epoca lavorava proprio per i servizi cimiteriali. E che si occupava delle tumulazioni. Ma la «pista» non sembra convincere i Carabinieri. Certo è che davanti alla celletta dei piccoli, a detta di molti, non sarebbero mai mancati i fiori freschi. Anche quando la donna non tornava in Basilicata.
Se le ossa sono finite in un altro spazio – al netto di un «semplice» scambio con un altro dei sei loculi di quella sezione – ciò porterebbe anche a un effetto domino e a uno scenario lugubre: forse anche altre famiglie hanno pianto davanti a tombe che non contengono i loro cari.
Il caso dei due bambini scomparsi si è scoperto perché la sorella l’anno scorso ha deciso di riportare i fratellini a casa nelle Marche. La famiglia Mariotti si era trasferita in Basilicata per lavoro negli anni ‘60 e poi è ripartita. Ma ogni volta che era possibile qualcuno tornava a Tito per portare un fiore sulla tomba dei due bimbi. Soltanto che dietro alla lapide con la dedicadi «mammae papà» non c’erano. Una cassetta di zincopiena di ossa troppo lunghe per essere quelle di due neonati, più altre della stessa lunghezza in una busta di plastica bianca e persino un paio di occhiali.
Il fattaccio (chiamarlo errore potrebbe essere riduttivo) risale ai primi anni ‘80 quando i Mariotti hanno chiesto e ottenuto una celletta dove riunire i resti dei due bambini. Il primo, Massimiliano, era venuto alla luce già morto 25 anni prima, nel 1965, mentre Manuela l’anno dopo era sopravvissuta appena qualche mese. Soltanto la nascita di Maria Chiara era riuscita a far tornare il sorriso a casa Mariotti, dopo le tante lacrime versate. Ma il ricordo e la tenerezza al pensiero dei due angeli di casa non era mai venuta meno. Per questo «mamma e papà» avevano deciso di acquistare una nicchietta solo per loro. Qui però cominciano i problemi.
Non potendo scendere il giorno stabilito per l’estu – mulazione avevano chiesto di assistere alle operazioni ad alcune signore conosciute quando abitavano a Tito, che erano rimaste amiche di famiglia. In realtà, a quanto loro stesse di recente hanno ricordato, arrivati in tarda mattinata i due corpicini erano stati già inseriti in una singola cassettina di zinco. Del maschietto rimaneva qualche ossicino, mentre la femminuccia aveva ancora capelli e sopracciglia. A questo punto – però – il custode che all’epoca era in servizio nel cimitero avrebbe invitato le signore a seguirlo fuori, dato che si era fatta ora di pranzo, assicurandoche nelpomeriggio gli operai avrebbero finito il lavoro.
Oggi anche il custode è morto e dovrebbe essere lì attorno nel camposanto (il condizionale è quanto mai necessario), perciò non può più raccontare cosa ricorda. Chi invece è ancora in vita è uno degli operai che effettuarono la traslazione, per quanto fin’ora non sarebbe stato in grado di fornire molte indicazioni.
l.amato@luedi.it

 

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