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POTENZA – «Sono di Vaglio Basilicata» dice con orgoglio e commozione Michel Catalano, il titolare della tipografia Ctd di di Dammartin-en-Goele, alle porte di Parigi, dove una settimana fa si sono asserragliati per ore e ore i fratelli Kouachi autori della strage nella redazione del settimanale satirico “Charlie Hebdo”. E mentre ieri a Parigi l’Internazionale, Bella Ciao e un corteo funebre a ritmo di jazz accompagnavano la bara di Stephane Charbonnier, alias Charb, il direttore di Charlie Hebdo, la Basilicata e Vaglio in particolare ritrovavano ancora una volta il loro orgoglio lucano. E questo grazie a Michel, 50 anni, nato in Francia da genitori di Vaglio.
Genitori costretti a lasciare giovanissimi la loro terra in cerca di fortuna come accadeva e purtroppo accade ancora.
Ma sono proprio quelli come Michel Catalano – un cognome pronunciato dai francesi con l’accento sulla “o” – che sebbene figli di “quelli che la valigia di cartone” – alla fine ricordano a tutti noi chi siamo e da dove veniamo.
Proprio come ha fatto lui quando ai microfoni dei giornalisti del Tg1, Marco Clementi e Stefano Belardini, ha tenuto a dire, senza che nessuno glielo avesse chiesto, «Sono di Vaglio Basilicata». Aggiungendo poi «grazie, grazie mille». Un «grazie» che dovremmo dire noi a lui. Lui che in quella tipografia, a gestione familiare, si è comportato da eroe. O più semplicemente da Uomo. E non è poco. Non solo, infatti, ha salvato la vita a un suo dipendente – Lilian il ragazzo a cui ha ordinato di nascondersi in uno scatolone – e a un fornitore ma ha fatto anche di più. Ha offerto un caffè a uno dei due fratelli Kouachi e ha bendato la ferita al collo di Said.
Michel Catalano – lui sì Charlie – in quel suo italiano stentato tramandatogli dai genitori «ci ha riempito di grande orgoglio», ha dichiarato Giancarlo Tamburrino, sindaco di Vaglio. «Michel – ha aggiunto il primo cittadino – si va ad aggiungere ai vagliesi e lucani nel mondo che orgogliosamente non mancano mai di rappresentarci con gesti di umana e profonda generosità e in questo caso anche di eroismo». Un eroismo che merita «un riconoscimento». Riconoscimento che potrebbe essere la cittadinanza onoraria di Vaglio.
Vaglio dove l’estate scorsa il nostro “Charlie” ha fatto ritorno. Un viaggio a ritroso rispetto a quello dei suoi genitori.
Un viaggio per riabbracciare i cugini e i parenti ma soprattutto per ricongiungersi fisicamente con quei luoghi del cuore e della memoria . Come la casa dove vivevano i suoi nonni. Una piccola costruzione in uno dei vicoli del centro storico. Luoghi, conosciuti o meno, che un lucano si porta dietro ovunque vada. Ecco allora quel «Sono di Vaglio Basilicata» pronunciato ai microfoni dei due inviati del Tg Uno. Inviati magari ignari dell’importanza di quella frase pronunciata da Michel. O Michele. O “Charlie”.

a.giammaria@luedi.it

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