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UNA cosa certa c’è: durante le scorse comunali a Potenza la “giovane destra” ha avuto una marcia in più. Una verve e una costanza che li ha portati a vincere un ballottaggio per tutti certo.
E Donato Ramunno è stata la vera sorpresa di questa campagna elettorale. Da dietro le quinte, o meglio dietro i social, ha mosso le folle, raccontando ogni giorno con poche parole e frasi di impatto un mondo, quello della città di Potenza, diverso e crudo.
Io vi dico la verità, quando lo vedo da lontano un po’ di timore me lo mette. La presenza è notevole: alto, ben messo, sempre ben vestito. Una volta per curiosità mi sono avvicinata e ho scoperto che dietro quell’uomo tutto d’un pezzo c’è una persona divertente. Donato è uno che sta allo scherzo, che puoi stuzzicare e che riesce a non scadere nell’ovvietà. Non lo conosco benissimo. Fortuna che dalla mia c’è un’innata curiosità che mi ha spinto ad andare a casa sua, sedermi al suo bellissimo divano di pelle bianca e sentirmi una di famiglia.
In un’atmosfera che fa davvero casa, ho avuto modo di scoprire quest’uomo in un ambiente casalingo, circondato dagli affetti e anche da molti animali. Si perché Donato ho scoperto essere una persona con una grande attenzione e un amore per gli animali, soprattutto quelli abbandonati.
La prima cosa che gli ho detto è stata “Donato, vorrei intervistarti, vorrei conoscerti meglio. Però mi devi promettere che non andrai mai più in giro a pittare i muri dei palazzi”. E da lì la conversazione non si è più fermata. Perché, le menti aperte, quelle preparate, sanno che non bisogna mai fermarsi all’apparenza. E che non è l’abito che fa il monaco e, in questo caso, non è una camicia nera che fa la destra.
Partiamo proprio da qui.

La camicia, ormai non si parla d’altro. Qualche settimana fa ho intervistato Dino Paradiso partendo dalle camicie bianche della sinistra europea. Con te, mi tocca scadere nell’ovvietà della camicia nera. A questo punto direi che è arrivato il momento di cambiare indumento. Tu cosa ne pensi?

Mi dispiace deluderti, ma nel mio armadio ci sono solo camice rigorosamente bianche e qualcuna celeste. Il nero non è il mio colore preferito. Preferisco decisamente il bianco: elegante e versatile. Ma bisogna saperlo indossare, non è una divisa e Renzi l’ha resa tale. Non va bene. Il nero mi ricorda le tenebre, il bianco la luce, la purezza, la chiarezza. Per indole ho sempre prediletto il giorno alla notte.

Si però Renzi strizza l’occhio anche al nero. Ricordi quella famosa giacca di pelle? Sto cercando di immaginare te con una giacca di pelle, magari a cavallo di una bella motocicletta. Potrebbe essere il tuo stile?

Ti sorprenderò ancora. Posseggo anche io due bellissime giacche di pelle nera, che utilizzo soprattutto quando vado in scooter ed un tempo, quando ero un po’ più giovane, in moto. Ed inoltre c’è un’altra cosa che mi accomuna a Renzi. Ho partecipato anche io alla ruota della fortuna.

Sono poche le persone che conoscono con anticipo i protagonisti delle mie interviste. Quando ho detto a una di queste che avrei intervistato te, mi ha detto “Wow, lui si che è uno che ci tiene”. Ma quindi sei un tipo vanitoso?

Assolutamente si. La vanità è una di quelle caratteristiche dell’uomo che ti porta a trattare le cose con leggerezza, ma mai non con superficialità. Ma detesto quando la vanità diventa fiera.

Eppure la vanità è anche sintomo di debolezza per alcuni. E la debolezza non è una caratteristica che piace molto agli uomini…

Per me un uomo è debole quando prendono il sopravvento le paure. Tutti abbiamo delle paure, chi non le ha? La differenza tra gli uomini sta nella capacità di controbilanciarle con il coraggio. Esistono uomini coraggiosi ed altri meno.

Sei molto attento alla comunicazione, lo stesso impegno lo metti anche quando devi scegliere gli abiti?

Non mi impegno molto, perché so cosa voglio, prediligo poche cose: camice bianche, giacche blu, mocassini, jeans e pullover scuri.

Più rigore, ce lo chiede l’Europa. Una frase che ci farà venire il mal di testa. Chissà se si riferiscono anche al modo di apparire. Ma tu quando ti vesti preferisci la sobrietà di un abito classico o l’audacia di uno spezzato alla moda?

Per avere audacia bisogna essere audaci. Vedo molta gente in giro che si atteggia a dandy ed invece sono degli arlecchino. Il dandysmo è un modo di essere, non un modo di apparire. Significa essere eleganti ed avere belle maniere a prescindere dall’abito classico o di uno spezzato alla moda. Entrambe le cose o le hai o non le hai. Io spero di averle. Non so, giudicate voi.

L’eleganza, purtroppo, questa sconosciuta. In troppi credono che l’eleganza stia in un abito o nel tenore di vita. Ma l’eleganza è anche sapere come porsi con gli altri, sapersi comportare. Una cosa che in politica forse manca non credi?

La politica deve cambiare soprattutto nei modi e nei metodi che sono stati adottati fin ora. Bisogna cancellare certi paradigmi, soprattutto quelli che fanno riferimento al “negazionismo” e al “tuttoappostismo”. Preferisco chi parla col “si si” o “no no” e non chi è abituato a dare pacche sulle spalle o i tanti venditori di fumo.

Ti vedrei bene in prima fila ad una sfilata di Calvin Klein; mi fa venire in mente quelle linee geometriche e la calma propria di questo marchio. Cosa pensi della moda, delle sfilate, di tutto questo mondo così distante dalla nostra vita.

Fanno parte del gioco. Fanno parte del mercato. Fanno parte di un universo le guardo con curiosità e non ti nego con piacere, ma non potrebbero mai condizionarmi. Ti ripeto, vesto sempre alla stessa maniera, quindi con me perdono tempo.

Sono curiosa, tu sei un papà. Ma ogni tanto li scegli gli abiti che mette tua figlia?

Con grande rammarico, ti rispondo di no. Ma scelgo come pettinarla.

Se dovessi raccontare la tua città con un abito, quale useresti?

Come sai sono originario di Rionero e vivo a Potenza. Se penso a Rionero mi viene in mente il mantello a ruota che indossava mio nonno. Sembrava un gigante, una statua fiera e maestosa. Se penso a Potenza, penso alle scarpe che compravo da piccolo da Fusco e che continuo a comprare. Per me era un’icona di questa città. Ora che sono amico della proprietaria, che conosco la sua professionalità, i suoi sacrifici, la dedizione al suo lavoro, lo è ancora di più.

La nuova frontiera dell’estetica passa dall’uomo. Cosa ne pensi?

La nuova frontiera dell’estetica passa dall’evoluzione o dall’involuzione dell’uomo inteso come individuo, che dipendono dalla sua intelligenza, dalla sua capacità di arricchirsi di culture diverse, dalla sua curiosità di sperimentare cose nuove. Scriveva qualcuno che l’errore più grande è dire: abbiamo fatto sempre così. Ma una cosa mi auguro: che ci sia sempre buon gusto.

La moda cambia, i mercati si modificano ed esistono oggetti che possiamo solo sognare. C’è qualcosa che ti piacerebbe davvero possedere ma che non puoi avere?

Se parliamo di oggetti posso dirti che adoro gli orologi. Ecco, mi piacerebbe avere un astrolabio ulysse nardin o più banalmente un daytona in acciaio.

Per finire, la domanda che faccio a tutti: il tuo sogno nell’armadio è…

Ti rispondo con una battuta: vorrei diventare immortale e poi morire. A parte gli scherzi. Vorrei che un giorno mi ricordassero per la mia onestà intellettuale, per il mio senso di giustizia, per il mio impegno per questa terra e per i lucani. Sperando che quel giorno sia molto distante….

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