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POTENZA – «L’attivazione della postazione di Basilicata Soccorso 118 prevista al Centro Oli di Viaggiano rientra nell’Accordo Eni-Regione Basilicata sancito dalla DGR 1336 del 9 ottobre 2012 – Ratifica del Protocollo di intesa tra Regione Basilicata, la Società ENI S.P.A.  e le Organizzazioni Sindacali e Imprenditoriali della Basilicata (…) Misure di attuazione del protocollo-articolo 4- Asse 3 “Iniziative a tutela della salute e della sicurezza”.

Premesso ciò la Legge Regionale  21/99 ha previsto il potenziamento sul piano regionale delle postazioni di emergenza/urgenza e che dal momento in cui la Regione Basilicata  ha concesso alla Dirigenza Asp di poter fare assunzioni in tale settore è cominciato il potenziamento del 118  su tutto il territorio che continuerà anche  per il 2014».

La risposta dell’Asp in relazione all’articolo sulla carenza di ambulanze a Potenza è tutta positiva. In primis dimostra che verrà effettivamente attivata una postazione di Basilicata Soccorso al centro oli di Viggiano e in secondo luogo conferma il fatto che nel 2014 verrà messo in atto un sistema di potenziamento anche sul territorio di Potenza. Il problema, come abbiamo sottolineato ieri, è che ad oggi a Potenza ci sono soltanto due postazioni medicalizzate oltre l’elisoccorso e che in situazioni di emergenza c’è il rischio che i due mezzi risultino già occupati in operazioni di soccorso. Questo significa che spesso i mezzi di soccorso devono muoversi da Brienza o Muro Lucano, causando ritardi e attese sull’ordine dei 20 minuti in condizioni ottimali. La replica dell’Asp quindi risulta piuttosto rassicurante, fermo restando che l’attivazione di queste postazioni ha dei costi che non sono per nulla leggeri. E basta andare a guardare proprio il protocollo d’intesa tra Regione e Eni per rendersi conto di cosa significa mettere a punto un’intera postazione medicalizzata con tanto di personale che a rotazione garantisce un servizio 24 ore su 24 al centro oli di Viggiano.

Un primo appunto: solo il mezzo, ovvero l’ambulanza, costa 43mila euro, senza contare la strumentazione e ovviamente gli stipendi per il personale. Stando al protocollo d’intesa la postazione comprende non soltanto un infermiere ed un autista ma anche un medico specializzato. Tutto questo, in un anno, costa più di 740mila euro. Per garantire il servizio h25 secondo le stime serviranno cinque medici e altrettanti autisti e infermieri. Questi ultimi avranno una retribuzione annua di 33mila 488,16 euro, 184.184,88 euro se si contano i 5,5 infermieri previsti per garantire la copertura. Sul fronte degli autisti la cosa non cambia: la retribuzione annua per ogni singolo addetto è di 27.345,26 euro, per i 5,5 addetti previsti sale a 150.398,93 euro. Il medico invece guadagnerebbe in un anno 81.251,39, il che significa che i 5 previsti comporteranno una spesa di 406.256,95 euro. Costo totale, solo per il personale, 740.840,76 euro. Ma c’è da fare i conti anche con la dotazione del mezzo di soccorso almeno per il primo anno. Dicevamo che il mezzo di soccorso in sé costerà 43mila euro. All’interno però è previsto, almeno nel primo anno di attività, un monitor muliparametrico ECG-defibrillatore dal costo di 19mila euro, un ventilatore meccanico pressumetrico da 2mila 500 euro, i kit di soccorso da 5mila 230 euro e un apparato radio fisso e veicolare del valore di 2mila euro. Il totale è quindi di 71mila 730 euro. Stando a quanto riportato nelle tabelle del protocollo la spesa totale è di 749.589,06 euro.

Questo per chiarire che tipo di costi può avere un servizio necessario e fondamentale per la Basilicata. Servizio che almeno a Viggiano doveva partire già nel 2013.

v.panettieri@luedi.it

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