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POTENZA – Non che la Basilicata – con l’attuale sistema di gestione dei rifiuti, basato essenzialmente su discariche – possa dare un contributo significativo alla causa dell’emergenza rifiuti di Napoli. Ma dal governatore lucano – mentre la città partenopea è sempre più sepolta da cumuli di spazzatura e invasa dai roghi – arriva una chiara presa di posizione: «E’ irresponsabile chiudere la porta in faccia davanti a quella che è una vera e propria emergenza, da cui nessuno può chiamarsi fuori». Hanno fatto così alcune regioni del Nord che nell’immediato si sono smarcate dalla richiesta di disponibiltà ad accogliere parte dei rifiuti campana. Dalla Lega la chiusura è totale: la monnezza del Sud non la vogliono, neanche ora che il presidente campano del centrodestra Caldoro è stato raggiunto da un avviso di garanzia per epidemia colposa. L’emergenza napoletana si aggrava di ora in ora, e la situazione potrebbe scivolare da un momento all’altro. De Filippo conferma: sarebbe disponibile a porgere una mano al sindaco De Magistris (per il quale nel corso della campagna elettorale il presidente lucano non aveva nascosto la propria simpatia), pur sapendo che la Basilicata – che su questo fronte vive una situazione già di per precaria, con pochissima disponbilità in discarica e il mancato completamento di impianti per il trattamento dei rifiuti – potrebbe offrire solo un piccolo, «piccolissimo contributo». E a patto che – rimarca lo stesso governatore – il tutto avvenga all’interno di un piano nazionale, e non sulla base della disponibilità delle singole regioni. Del resto, questa è la posizione espressa dal presidente Errani al termine dell’ultima Conferenza delle Regioni che ha discusso della richiesta del governatore campano Caldoro. «Siamo disponbili -spiega De Filippo – ad affrontare la questione a un tavolo nazionale che chiami tutte le regioni alle proprie responsabilità. Non ha senso lavarsi le mani rispetto all’emergenza rifiuti napoletana – come stanno facendo alcuni colleghi del Nord – proponendo tutto nella solita chiave di conflittualità verso il Sud».

Mariateresa Labanca

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