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POTENZA – «In Basilicata non si farà nessun altro pozzo se prima lo Stato non comincia a sganciare un gettito straordinario». Mai più pozzi, allora, in terra lucana, non senza un risarcimento adeguato in termini economici. E allora, dice il governatore, basta avere in testa l’orizzonte del memorandum, l’accordo siglato tra Regione e Governo sugli annessi e connesi delle estrazioni (fondi, sostenibilità, tasse, quantità), incagliato ormai da qualche tempo.
Ma nel frattempo, di autorizzazioni non se ne daranno più. «Non finché ci sarà io», dice Vito De Filippo mentre parla di petrolio, dopo aver ragionato su energie rinnovabili, nell’incontro potentino dedicato alla presentazione del nuovo libro del giornalista de La Repubblica, Antonello Caporale.
E sia chiaro, «caso mai lo Stato arrivasse a riconoscerci questo gettito straordinario, saranno sempre valutazioni democratiche a dire l’ultima su nuove trivelle». Pensiamo a parere di Comuni, Province, Regione. Magari con un referendum consultivo delle popolazioni locali.
Ma non può bastare a De Filippo aver sgomberato il campo sul futuro. E’ il presente che scuote il dibattito locale e che impone al governatore «una precisazione». E’ facile la ricetta contro il «catastrofismo», contro il «discutismo a priori»: dire al verità. E quella snocciolata da De Filippo ricorda che, rispetto agli accordi del 1998, nessun altra autorizzazione in aggiunta è stata rilasciata, non ci sono stati pozzi nuovi. «Poi, se vogliamo, possiamo anche aprire una discussione sul rischio ambientale, sui rischi per la salute, sull’incidenza degli insediamenti sulle malattie tumorali. Ma il punto di partenza deve essere chiaro: «pozzi non se ne sono fatti più, nè se ne faranno», almeno fino al nascere di condizione idonee per una discussione.
Ora, «non che io stia decidendo di fare la guerra alle compagnie petrolifere». Non nega alla platea potentina il dato secondo cui i colossi del petrolio sono soggetti a una fiscalità pesante, spesso unita a iter burocratici tra i più lenti e macchinosi del Paese. «Piuttosto è sul rapporto Regione-Stato che dobbiamo concentrare l’attenzione. Tutta la tassazione a cui sottostanno le compagnie finisce nelle casse nazionali. Pensiamo all’Ires o alla Robin tax, usata da Tremonti per limare i tagli catastrofici fatti ai Comuni. Ecco, è questo ciò a cui mi riferisco quando dico che la Basilicata sorregge l’intero Paese. Io vorrei soltanto che di quel gettito enorme la Basilicata potesse godere adeguatamente».

Sara Lorusso

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