X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

COSENZA – Carmine De Santis si è difeso strenuamente. Il piccolo ucciso dalla madre Daniela Falcone, trovato morto, sgozzato con un paio di forbici da cucina lunedì scorso (LEGGI), sul sedile della Suzuki gialla nella zona montana di Paola, ha lottato per vivere. Lo dimostrerebbero i numerosi graffi sul corpo del bambino che sono stati riportati nel referto dell’autopsia eseguita questa mattina sul corpo del bimbo di 11 anni e firmato dal dottor Arcangelo Fonti dell’ospedale di Cetraro. Sotto alle unghie del piccolo sarebbero stati trovati anche brandelli della pelle della madre. Una ricostruzione che sembra smontare quanto ipotizzato in un primo momento, quando si pensava che i tranquillanti acquistati da Daniela fossero destinati al figlio.

Inoltre le armi utilizzate sarebbero state due: con un coltello da cucina la donna ha sferrato il colpo mortale al torace del bimbo e poi, con un paio di forbici, lo ha colpito alla gola. 

Particolari che aggiungono dolore a dolore. Paragonata alla tragedia di Cogne per efferatezza e per quelle mamme assassine che danno e tolgono la vita. Un tragico fatto di sangue che ha scosso l’intera comunità di Rovito, un paese della Presila cosentina, che da sabato scorso si è fermata vivendo dapprima l’attesa per la sparizione della donna e di suo figlio e poi la tragica scoperta dell’uccisione del bambino appena undicenne e del tentativo fallito di togliersi la vita da parte di Daniela Falcone. 

GUARDA LE FOTO DELLA TRAGEDIA

La donna, piantonata nell’ospedale di Cosenza, non è in pericolo di vita e oggi avrebbe pronunciato le prime parole, dopo un assoluto mutismo durato quasi due giorni. Si tratta però di frasi che appaiono senza senso. Lei una donna fino a sabato scorso che aveva vissuto per la sua famiglia, quella “del Mulino Bianco”, come veniva definita affettuosamente in paese. La loro vita, quella di Carmine, Daniela e del marito Francesco De Santis, di professione ingegnere, scorreva all’insegna di una serena normalità fino a quando l’uomo non ha rivelato alla moglie l’esistenza di un’altra donna e l’arrivo di un bambino frutto della loro relazione. A quel punto Daniela, impazzita dal dolore, ha deciso di spazzare via tutto ciò che fino a quel momento aveva rappresentato la sua dimensione esistenziale. 

«Ciò che si intravede in questa tragica vicenda – continua il procuratore di Paola Bruno Giordano – è la dimensione egocentrica di Daniela Falcone. Nel momento in cui è stato messo in discussione il suo universo familiare, ha ritenuto di dover distruggere e annullare ciò che una donna, normalmente, per legge di natura, è portata a proteggere: suo figlio. Ci troviamo davanti a una personalità distorta e a un quadro probatorio gravissimo»

Stamattina i compagni di scuola di Carmine sono tornati in aula dopo due giorni di vacanza. Ieri il preside dell’Istituto comprensivo di Pianette di Rovito, che frequentava il bambino, Antonino Morabito, ha indetto un Consiglio straordinario con gli insegnanti per un confronto su come affrontare il rientro dei ragazzi dopo questo tragico fatto. 

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE