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QUATTRO detenuti sono evasi dal carcere di Bellizzi Irpino (Avellino), uno di loro è stato arrestato dai carabinieri che li hanno intercettati a Francavilla in Sinni (Potenza)
a bordo di un’auto rubata, mentre gli altri tre sono attualmente ricercati. E uno dei fuggiaschi è un calabrese: si tratta di Salvatore Castiglione, nato a Crotone e condannato a una pena che si sarebbe esaurita solo nel 2036. Le altre due persone ricercate sono Cristiano Valanzano, nato a Vico Equense (Napoli), fine pena nel 2028 e Fabio Pignataro, nato a Mesagne (Brindisi), fine pena nel 2025. Si tratta di detenuti comuni che erano reclusi al secondo piano della sezione “Giovani adulti” tutti con condanne gravi.

 

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IL BUCO NEL MURO E L’AUTO RUBATA – La Polizia penitenziaria e i Carabinieri stanno effettuando una vasta battuta a caccia dei tre evasi, anche con un elicottero. Hanno procurato un foro di uscita dal bagno della cella rimuovendo un intero blocco di mattoncini, poi si sono calati con un lenzuolo annodato.  Raggiunto il muro di cinta, si è appreso da Eugenio Sarno, segretario generale Uil Penitenziari e da Pasquale Montesano, segretario nazionale dell’Osapp, i detenuti hanno posizionato un contenitore dell’immondizia sul quale hanno posato alcune pedane che hanno funto da scala.   La fuga è stata scoperta stamane durante la conta dei detenuti: l’evasione sarebbe avvenuta nella nottata o nelle prime ore della mattinata.  I quattro evasi sono stati poi intercettati dai carabinieri nella zona del Potentino: erano a bordo di una Fiat Panda (risultata rubata ad Avellino) che, alla vista dei Carabinieri, ha invertito il senso di marcia, fermandosi in un’area di servizio di Francavilla in Sinni, da dove è cominciata la fuga a piedi.

Uno dei quattro è stato arrestato, si tratta di Daniele Di Napoli, 28 anni, originario di Taranto, con una condanna per furto e rapina che avrebbe finito di scontare nel 2024.   Gli altri tre evasi, invece, sono fuggiti a piedi.

IL CALABRESE IN CARCERE PER OMICIDIO – Salvatore Castiglione, il fuggiasco calabrese, sta scontando una condanna a 25 anni inflitta in primo grado e confermata dalla Corte di Assise d’appello di Taranto: insieme a Giuseppe  Esposito, 37 anni, di Villa Castelli (Brindisi) venne indicato quali esecutori  materiali dell’omicidio di Salvatore Varone, 44 anni,  imprenditore ortofrutticolo di Melicucco (Reggio Calabria)  ucciso il 18 novembre 2006 nelle campagne tra Grottaglie e  Montemesola (Taranto).   

Secondo l’accusa, Esposito avrebbe organizzato l’agguato per non pagare un debito di 23mila euro legato all’acquisto di una partita di mandarini. L’imprenditore fu ucciso con un colpo di pistola alla testa e poi rinchiuso nel bagagliaio della sua auto, data alle fiamme dagli assassini e abbandonata in prossimità di un canalone.

 

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