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CROTONE – Dodici in carcere, quattro ai domiciliari (tra loro un impiegato del Comune di Crotone) e uno all’obbligo di firma: i poliziotti della Squadra Mobile e della Digos della Questura di Crotone hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 17 persone sgominando una presunta organizzazione dedita al favoreggiamento della permanenza illecita di stranieri nel territorio italiano e al loro spostamento in quello comunitario mediante la contraffazione di permessi di soggiorno, patenti di guida e carte d’identità. Gli arresti sono scattati a Crotone, a Isola Capo Rizzuto, a Milano e in Germania. 

LEGGI I NOMI DEGLI ARRESTATI
Le indagini hanno svelato anche ramificazioni in altri Paesi dell’Unione europea, in particolare, in Germania ed in Grecia, dove sarebbero stati mantenuti contatti con altre organizzazioni specializzate nell’ingresso clandestino di cittadini provenienti dall’Africa.
Sarebbe stato così svelato un sistema sofisticato con cui venivano clonati documenti di identità poi venduti per lo più a cittadini stranieri. L’organizzazione si era specializzata anche nella produzione di certificati assicurativi, bollette Enel, buste paga, buoni pasto.
Li chiamavano “pasticcini” e “libri”, in realtà erano permessi di soggiorno e passaporti. Tutti rigorosamente falsi. A crearli una vera e propria organizzazione che aveva fatto della falsificazione di documenti per gli extracomunitari un business. 
L’organizazione non operava solo nel crotonese, ma aveva degli “agenti” che provvedevano a vendere i documenti falsi su tutto il territorio nazionale. Il gruppo criminale aveva basi operative anche a Pisa, Milano e in Germania, dove uno degli indagati sarà raggiunto da un mandato d’arresto europeo.

Secondo il procuratore di Crotone, Raffaele Mazzotta, «siamo davanti ad un’imponente attività mirante a fare ottenere l’ingresso e la permanenza a chi non ne aveva titolo, era un vero e proprio business dell’immigrazione clandestina. Ancora una volta però abbiamo dimostrato che lo Stato c’è nonostante le tante difficoltà e le ricadute che il fenomeno dell’immigrazione può avere nel territorio anche sul piano della criminalità». 
Il questore di Crotone, Luigi Botte, ha evidenziato che «l’indagine ha rivelato che Crotone era permeabile all’immigrazione clandestina grazie al grumo criminale che ha esteso i suoi tentacoli non solo nel resto d’Italia, ma fino ai Paesi dell’Unione Europea, ad esempio Germania e Grecia». Alla conferenza stampa hanno partecipato il sostituto procuratore Ivan Barlafante ed i dirigenti della Digos Claudio Spadaro ed il capo della Squadra mobile Cataldo Pignataro.
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