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Commentando i passi avanti della riforma federale, il deputato calabrese Mario Tassone, vicesegretario nazionale dell’Udc, ostenta l’ottimismo di ritenere che ci sia ancora margine per intervenire: «Sfugge ai più – afferma il parlamentare – che il provvedimento sul federalismo fiscale avrà attuazione dal gennaio 2014, per concludersi nei successivi 4 anni. Ci troviamo di fronte ad una legge delega e a decreti legislativi, entrambi modificabili con procedura ordinaria. C’è quindi una lunga fase per necessarie riflessioni e opportune modifiche per bloccare i processi disgreganti che il provvedimento ha innescato. L’Udc – assicura Tassone continuerà a battersi per questo, coerentemente alle posizioni assunte da sola nel 2009 in Parlamento, dicendo no alla legge delega n. 42 del 2009».
Intanto, però, in Calabria c’è chi è in allarme. A partire da un altro esponente Udc, il consigliere regionale Pasquale Tripodi: «Il federalismo municipale approvato ieri è l’ennesima batosta per le regioni del Sud. Un altro passo avanti sulla strada della secessione morbida che, però, viste le conseguenze devastanti sul Mezzogiorno, sarà tutt’altro che morbida».
Tripodi sottolinea ancora: «La nostra regione, dinanzi al federalismo che induce la Lega a festeggiare non può tacere. Dovrebbe invece preoccuparsi molto. E, soprattutto, comprendere che non si possono sempre anteporre le logiche partitiche agli interessi generali. Di questo passo, altro che nuove tasse concesse ai comuni. Rischiamo, al contrario, complice anche il meccanismo complicatissimo di compensazioni che rendono il federalismo municipale un pasticcio, di vanificare un pezzo di democrazia calabrese e di agevolare, invece di frenare con ogni mezzo, la fuga dei nostri giovani e la difficoltà, per gli enti locali, di garantire i servizi indispensabili ai cittadini».
«Assistere indifferenti allo scempio di ogni criterio di giustizia sociale – sostiene ancora il consigliere regionale dell’Udc – non porterà da nessuna parte. Mi chiedo se ci si rende conto che ormai i comuni calabresi non ce la fanno più, e che il voler gravare le imprese di ulteriori balzelli significherà sfaldare del tutto il nostro già fragile sistema produttivo. L’Udc non ha votato il federalismo, perchè aveva intuito il prezzo pesante che l’accordo Lega-Pdl scaricherà sull’unità del Paese e soprattutto sul Mezzogiorno. I fatti ci dimostrano che, anche in questa circostanza, Cesa e Casini hanno visto giusto».
Secondo Michelangelo Tripodi invece, segretario regionale del Pdci, «sulla vicenda del federalismo municipale Berlusconi alla fine ha gettato la maschera, evidenziando ancora una volta, ove vi fossero ancora dubbi, il vero volto di un personaggio politico che rappresenta l’essenza dell’antimeridionalismo».
Giuseppe Giordano, consigliere regionale di Idv, afferma invece la convinzione del suo partito delle «opportunità di una riforma dello stato in senso federalista; non possiamo, però – precisa – che rimanere delusi e preoccupati da un provvedimento, quale quello sul federalismo municipale, che invece di esaltare le differenze in una logica unitaria e paritaria rischia di trasformarsi in una sorta di bomba ad orologeria che porterà il meridione ad una deflagrazione socio economica». Infine anche il coordinatore provinciale del pd di Crotone, Belcastro, ha commentato l’approvazione della legge sul federalismo municipale affermando che «l’applicazione di quel testo, come ha chiarito il segretario del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani, nel suo intervento in aula, non porterà al federalismo, ma servirà soltanto a consentire ai Comuni di recuperare, attraverso un aumento delle tasse che pagheranno i cittadini, una parte delle risorse drasticamente tagliate dal Governo.
I cittadini – aggiunge – pagheranno così per le addizionali, mentre commercianti e artigiani dovranno sopportare un aumento dell’esborso per gli immobili in cui esercitano la propria attività. Tutto questo, paradossalmente, mentre il Governo ha alleviato la tassazione sulle rendite da capitale! Attuare il federalismo nei termini in cui è stato concepito, – secondo belcastro – non fa altro che peggiorare una situazione già di per sè difficile e grave: non posso non immaginare le ripercussioni sui cittadini del nostro territorio, dove sono molte le famiglie con problemi di reddito, dove la disoccupazione è sempre più in crescita, e dove non solo si stenta ancora ad intraprendere la strada dello sviluppo economico ma è prassi ormai quotidiana avere notizia di aziende in crisi. Senza tralasciare il fatto che nella nostra provincia, appunto, sono molte le famiglie che vivono con l’ammortizzatore sociale della cassa integrazione. Quanto sta accadendo – aggiunge – non è altro che il frutto dello scambio tra Bossi e Berlusconi: Bossi ha ottenuto la possibilità di sventolare una bandierina, quella del federalismo appunto, certamente vuota, pasticciata e carica di ripercussioni per i cittadini. In cambio la Lega ha firmato la richiesta di sollevare il conflitto di attribuzione per fermare i giudici di Milano e si appresta a dire sì anche alla riforma costituzionale della giustizia disegnata dal ministro Alfano e illustrata proprio mentre in aula si discuteva di federalismo, alla consulta giustizia del Pdl». Pdl e Lega hanno chiesto al presidente Fini di passare la richiesta di sollevare il conflitto di attribuzione; la richiesta è chiara: rivolgersi alla Corte Costituzionale perchè il processo per concussione nei confronti di Berlusconi passi dalle mani dei giudici milanesi al tribunale dei ministri, perchè – evidenzia – quando Berlusconi ha chiamato la questura di Milano per intercedere nei confronti della giovane Ruby credeva davvero che fosse la nipote di Mubarak e quindi agiva in qualità di presidente del Consiglio».

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