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MATERA – Si sentono «Umiliati e offesi» e chiedono l’intervento del Vescovo con il Prefetto e il sindaco per evitare che il prossimo anno si verifichino gli stessi episodi.

A lamentarsi, annunciando di essere pronti a riunciare alla partecipazione alla festa della Bruna del 2016, sono i Cavalieri della Bruna coloro che hanno il compito di scortare e difendere il carro trionfale, il 2 luglio, fino ai tradizionali tre giri in piazza in attesa dello strappo. In una lunga lettera del presidente dell’associazione Antonio Paolicelli, si scagliano contro «L’insensibilità dei dirigenti della Questura e di tutti coloro che apertamente o in modo diverso appoggiano tale comportamento e modo di intendere l’organizzazione della festa».

Al centro della polemica c’è il modo in cui da molti anni a questa parte, i cavalieri vengono trattati. Nella lettera infatti si aggiunge che sono: «Diventati l’obiettivo costante di un attacco contro la nostra partecipazione alla festa, nel silenzio tombale di chi è responsabile dell’organizzazione della manifestazione». Con un appello ai materani affinchè li sostengano perchè la loro partecipazione avvenga con tutti gli onori che competono loro, i Cavalieri scrivono ancora di non voler essere «Più bistrattati, contrastati, avviliti e umiliati». A chi «Si arrocca dietro la sicurezza e altri problemi volutamente ingigantiti o forse inesistenti, si devono convincere (perchè da anni gli viene detto in tutte le maniere) che i cavalieri della bruna sono una parte integrante ed indispensabile della festa e non devono essere in balìa di nessuno. Devono partecipare alla festa in modo completo come vuole la tradizione: una parte dei cavalieri deve precedere il carro (circa 10 predisposti in due fila da quattro, precedenti dal Generale, dal porta vessillo e dal trombettiere), una seconda parte di 20 cavalieri della Madonna della Bruna deve seguire il Carro, predisposti anch’essi in 5 file da quattro, per fermare la folla».

A quanto pare, però, la loro partecipazione viene complicata, ragione per cui il presidente dell’associazione precisa: «Ogni anno vengono presi di mira i protagonisti della festa, quelli che non dovrebbero essere minimamente toccati: i cavalieri di Maria santissima della Bruna e i loro collaboratori (che diversamente da tantissimi altri, sono muniti di pass e di autorizzazione anche da parte della stressa Questura) che effettivamente assistono i cavalieri e i loro cavalli, in ogni momento, sia durante tutte le manifestazioni dalla mattina alla sera, sia fuori dalle stesse manifestazioni in ogni momento di bisogno sono presenti per l’assistenza veterinaria, per la distribuzione dell’acqua e per qualsiasi altra cosa) collaboratori i quali insieme ai cavalieri vengono cacciati ogni anno perchè sono troppo pericolosi, perchè non devono stare in piazza S. Francesco, perchè stanno lì per assaltare il carro, perchè vogliono dare fastidio…(tutte accuse assurde e gratuite) perchè gli stessi risultano schedati in questura come palafrenieri e assistenti collaboratori, figure degne della massima fiducia. I cavalieri – aggiungono – sono stanchi ed arrabbiati, non vogliono più partecipare alla festa in queste condizioni se la festa non si svolgerà nel solco della tradizione e quindi nel massimo rispetto dei rispettivi ruoli, con la polizia addetta alla sicurezza e non come protagonisti delle festa, i cittadini a fare da spettatori dietro le transenne».

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