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FIUMEFREDDO – La visita parte dal Castello, posto strategicamente sul punto più alto del borgo. Con una vista che spazia a 360 gradi da Monte Cocuzzo a tutta la costa tirrenica, il maniero, conosciuto anche come palazzo della Valle, edificato in epoca normanna, subì nei secoli notevoli rimaneggiamenti e fu abitato da molti illustri feudatari tra i quali Don Pietro Consalvo de Mendoza, Vicerè di Calabria. 

 
 
Il castello, in gran parte distrutto nel 1807 dall’artiglieria francese, è stato oggetto di un restauro durato molti anni che gli ha fatto riacquistare il suo originario aspetto esterno e ha consentito il recupero di alcuni locali sotterranei. Dichiarato “Monumento contro tutte le Guerre”, ha di particolare pregio il portale d’ingresso di stile cinquecentesco fiancheggiato da lesene ioniche cui si accedeva da un ponte levatoio e una sala interna affrescata da Salvatore Fiume. Scendendo dal Castello si costeggia palazzo Zupi, dallo splendido portale, si passa davanti palazzo Castiglione-Morelli del XVI secolo e per via Ospedale e poi per via Santa Domenica si giunge a Piazzetta Santa Domenica per godere di una vista bellissima vista; da qui parte il suggestivo sentiero medievale, in fase di riattivazione, che porta alla marina. 

 
Sulla piazzetta si trova la casa natale di don Antonio Rotondo, storico, musicista, artista, che tanto si è adoperato per il bene della comunità. Risalendo verso il centro, si costeggia il secentesco palazzo Mazzarone e si giunge davanti la chiesetta dell’Addolorata, la prima a sorgere nel borgo intorno all’anno Mille, oggi di aspetto barocco. L’interno, a unica navata, conserva dipinti e statue raffiguranti l’Addolorata e i sedili dell’omonima congrega. A lato si trova la chiesa di S. Francesco di Paola costruita nel 1609, dal bel portale barocco, che custodisce, tra gli altri, il sepolcro del principe Pietro Alarcon Mendoza. Annessa alla chiesa il Convento francescano, oggi sede del comune. Il portale d’ingresso ad arco in tufo si affaccia su Largo Torretta, il posto più conosciuto e visitato del borgo, per la fantastica ed ampia veduta sulla costa con uno strapiombo di 200 metri. Tornando indietro, si costeggia lateralmente la chiesa di San Francesco, per giungere alla chiesa di Santa Chiara, un tempo annessa al convento delle Clarisse, oggi di proprietà privata. Dal bel portale d’accesso in pietra e con il pavimento in maiolica colorata, si presenta all’interno con tre altari di legno in stile barocco. 
 
Districandoci tra le strette viuzze alle quali fanno da contrasto imponenti palazzi gentilizi, come palazzo del Buono e Palazzo Mazzarone, si arriva a piazza Rupe, chiusa dalla grande scultura di Salvatore Fiume dedicata alla Fortuna e con un bellavista sulla costa tirrenica, altrettanto spettacolare. Poco più all’interno della Rupe sorge, nei pressi della Porta di mare, la settecentesca chiesa di San Rocco, dall’originale pianta esagonale con un piccolo campanile e con la parte absidale coperta da una cupola a trullo; il portale d’ingresso in bronzo e gli affreschi interni sono opera di Salvatore Fiume. Risalendo verso il centro si giunge a Piazza Vittorio Veneto, punto principale della vita del borgo, dominata dall’edificio storicamente più rappresntativo, in quanto sede dei diversi feudatari, Palazzo Pignatelli, di stile rinascimentale, oggi purtroppo in condizioni assai precarie. 
 
Si imbocca via Roma per giungere a Piazza del Popolo contornata dai Palazzi del Bianco e Gaudiosi e dalla chiesa matrice dedicata a S. Michele Arcangelo. Eretta nel XVI secolo, fu riedificata dopo il terremoto del 1638. Sulla facciata principale in stile baroccheggiante si aprono un ampio portale d’ingresso ad arco in tufo fiancheggiato da lesene ioniche, opera di scalpellini calabresi del ‘600 ed uno laterale di dimensioni leggermente più piccole. L’interno, a navata unica decorata di stucchi, conserva due preziosi dipinti settecenteschi del Solimena e del Pascaletti, nativo del posto. Usciti dal borgo dalla Porta merlata si prende l’auto per visitare la Chiesa del Carmine. Eretta fuori le mura nel XV secolo dai frati Minimi e più volte rimaneggiata, ha il portale d’accesso in tufo locale sormontato da un rosone. L’interno, molto sobrio e a unica navata, ha una cappella laterale la cui copertura a tegole è a forma di pigna. 
 
A qualche chilometro, in località Badia, sulla provinciale per Cosenza, in posizione amena e riposante, si trova l’Abbazia di S. Maria di Fonte Laurato. Eretta su un antico cenobio basiliano nel 1201 ad opera del feudatario Simone de Mamistra, il complesso è formato dalla chiesa e dal convento, uniti da un chiostro con archi a tutto sesto. Il portale d’ingresso della chiesa, sotto un portico di quattro arcate, è a sesto acuto con ai lati due affreschi dei Santi Pietro e Paolo. L’interno, essenziale e semplice, è a navata unica. Per visite guidate e info alessandraporto@tiscali.it, tel. 329.6224356
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