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CATANZARO – Il futuro della Fondazione Campanella di Catanzaro? «In mano a chi ha un incredibile conflitto di interessi». E’ questa l’accusa lanciata dal personale del polo oncologico a cui è stata recapitata la lettera di licenziamento. In una dura lettera aperta, i dipendenti del centro di eccellenza hanno lanciato pesanti accuse alla classe politica calabrese. Ma non solo, perché le critiche aspre sono rivolte ad entrambe le coalizioni e alle organizzazioni sindacali.

«E’ straordinario che le sorti della Fondazione e del suo personale sia nelle mani di Antonella Stasi (rammentiamo che non è consigliere visto che il passaggio delle urne non lo ha affrontato e si guarderà bene dall’affrontarlo in questa tornata) che – sostengono – è in un incredibile conflitto di interessi, dovendo aprire un centro Oncologico Marrelli Hospital, per fare guadagnare denari. E’ incredibile che l’intera giunta complice di Peppe DJ e Stasi ha creduto di riuscire ad arrivare alle elezioni senza problemi, ma è giunta anche la fine delle parole in libertà anche per loro». Nei giorni scorsi, la Regione aveva intimato al direttore generale di sospendere i licenziamenti, ma la procedura è stata ritenuta non corretta (LEGGI). Pochi giorni prima era stato lo stesso management della Fondazione a comunicare ufficialmente l’avvio dei licenziamenti (LEGGI).

«Vorremmo solo chiedere – aggiugono i lavoratori licenziati della Fondazione – se riescono a capire che il terrore che li attraversa di non essere più rieletti per 20 di loro sia commisurabile al nostro di terrore di non avere più uno stipendio e un lavoro. Dei malati abbiamo capito da tempo che rappresentano un ostacolo, un problema ma non una priorità. Non vogliamo offendere nessuno, si sono offesi da soli se dopo tanti anni non hanno trovato una soluzione o sono incapaci o sono in malafede in tutti e due i casi – sostengono – non meritano di essere rieletti e rappresentare i calabresi, ma il 23 novembre per fortuna sta arrivando. Ma i fatti non possiamo dimenticarli. Rinviate i licenziamenti, stiamo trovando una soluzione, siamo vicini a voi, i malati avranno le cure, il lavoro sarà tutelato. Ma non avete vergogna? Scopelliti dice di aver risparmiato in sanità. Ma si chiama risparmio non pagare i debiti?». 

«Da domani risparmieremo tutti col modello Scopelliti (forse avrà più fortuna del modello Reggio) – è scritto nella nota – non paghiamo le bollette e avremo risparmiato. In fondo il metodo Scopelliti è sempre stato quello che se qualcuno poneva il problema, si rimuoveva l’uomo immaginando che il problema si fosse risolto. Ma tutta quella sfilza di politicanti (riteniamo ancora che il politico sia una cosa seria), che fine hanno fatto? Salerno, Tallini, Abramo, Aiello, Gentile, Talarico, che hanno bivaccato alla corte di Scopelliti avallandone scelte e comportamenti dove sono?».

«Non gongolino a sinistra – concludono i lavoratori licenziati – quelli in seno al Consiglio hanno fatta una falsa opposizione, quelli fuori si interessavano della Fondazione solo se potevano utilizzarla a fini elettoralistici. E i sindacati? Beh stendiamo un pietoso velo».

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