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MATERA – Il Comune di Matera ignora il suo stesso atto di sgombero che aveva messo in allerta le “Fucine.” Per la gioia del collettivo del Csoa (Centro sociale autogestito) “Le Fucine dell’Eco” di Piazzetta Garibaldi del Sasso Barisano, è passata indenne la data del 20 novembre 2015.

Momento formale, va spiegato, utile a ragazze e ragazzi che utilizzano l’ex asilo della piazzetta a favore dell’arte e della riflessione per la collettività al fine di lasciare i locali dell’immobile comunale. 

Insomma, la richiesta di chiarimento sullo stato dei fatti, dove il collettivo provava a sollecitare l’Amministrazione comunale materana affinché si rendessero gli stessi amministratori conto di come il luogo è stato ripulito e gli spazi vengono custoditi per tutte e tutti senza creare problemi di nessuna sorta, è stata ignorata.

 Come messo in cantina parrebbe al momento l’idea stessa dello sgombero in quanto tale. Comunque dal 18 novembre scorso, con i vari festivali di libera espressione “CospirArte” e “MacinaSassi“, il Csoa ha attirato solidarietà e partecipazione di tante e tanti.

Il 20 mattina, la “chiamata alle arti“, aveva attirato alcuni anche da fuori città.

Però, forse per fortuna, un confronto reale con Polizia municipale  non è stato necessario. E nessun rappresentante  delegato di via Aldo Moro ha neppure avuto voglia di spingersi in via Fiorentini. Per arrivare almeno ad apprezzare le opere artistiche esposte in mostra alle Fucine. Magari approfittando dell’occasione, invece che per una contrapposizione davvero sempre più difficile da spiegare ma forse soltanto per quanto riguarda il lato dell’Ente pubblico, ci si sarebbe potuti accorgere come e in che maniera è tenuto l’ex asilo. Che vuol dire quando il collettivo “Le Fucine” ricorda impegno tempo e denari dedicati a liberare le stanze e l’esterno intanto dalla sporcizia.

Quindi dall’abbandono assoluto. Fra le cose da rimarcare, inoltre, che sempre il giorno 20, giornata fitta d’iniziative, l’occupazione degli “spazi con musica, arte visisiva e teatro“, è stata sublimata dallo spettacolo teatrale sull’antimafia sociale “La terra delle arance“, regia e interpretazione di Marco Bileddo.

Sotto minaccia di sgombero, insomma, il collettivo ha messo in pratica una serie d’iniziative culturali facenti parti del dna del Csoa dei Sassi.

Il posto è in piedi. Ora toccherebbe capire in verità in che maniera, come e quando il Comune vorrà affrontare una volta per tutte questa situazione.

Perché il rapporto diventi di sinergia reale, intanto, il collettivo ha avanzato le proprie idee. 

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