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POTENZA – All’indomani dell’ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale che impegna la Basilicata a tentare tutte le strade possibili per difendersi dall’esproprio delle competenze ambientali, in fatto di estrazioni, è la Cgil lucana a prendere nuovamente posizione sullo “Sblocca Italia”.

Non si tratta solo di opporsi a quella parte del decreto che sembra anticipare le annunciate modifiche al Titolo V della Costituzione, ma anche di chiedere, già in sede di conversione in legge, che il decreto venga integrato con la previsione di un fondo nazionale per la coesione sociale alimentato dal 3% delle royalty, destinato ai cittadini più svantaggiati della nostra regione.

Per intenderci, si tratta delle risorse prima destinate alla copertura della card idrocarburi, che ora si chiede di mettere a disposizione per il reddito minimo di inserimento. Il segretario regionale del sindacato, Alessandro Genovesi, torna a ribadire la sua posizione, spiegando: «Si tratta di centinaia di milioni di euro (circa 300 milioni nel triennio) che sarebbero per di più fuori dal Patto di Stabilità della Regione, che rappresenterebbero il riconoscimento reale e concreto del contributo che già la Basilicata da al sistema paese, essendo calcolati a partire dagli 80 mila barili in produzione». Sulle questioni che riguardano le competenze ambientali e il rapporto Stato-Regione, Genovesi aggiunge: «Il tema vero è quello di evitare un corto circuito tra interessi nazionali e interessi locali e costruire un giusto rapporto tra interessi delle comunità locali, la tutela della salute e ambiente e le ricadute che non possono essere quelle dirette dell’occupazione (scarsa) che tali attività creano, ma l’utilizzo delle risorse in chiave di sviluppo sociale e produttivo “oltre il petrolio».

Poi ritorna sull’importanza di rilanciare sui giusti binari il Memorandum e della modifica dell’articolo 16 già nei prossimi appuntamenti parlamentari o dell’emanazione di un nuovo decreto interministeriale.

 «Su questo – aggiunge il segretario – le responsabilità del Presidente Renzi, della sua visione semplificata e demagogica della democrazia, sono enormi ed il primo passo dovrebbe farlo un Governo nazionale arrogante e che ha sbagliato».

«Al di là di chi non sa o finge di non sapere – continua – se un Tavolo con il Governo si è aperto,  lo si deve al Sindacato e alle Associazioni di impresa che – già a novembre del 2013, dopo la visita di Zanonato a Potenza , gli impegni  presi e poi traditi dal Governo Letta –  decisero che andava aperta una vertenza più generale. Anche perché la politica taceva e il vuoto politico ed istituzionale era enorme. Oggi si sta parlando ancora di proposte e soluzioni tecniche che proprio quel tavolo costruì ed individuò prima di tutto nel confronto tra parti sociali e esponenti del Mise. Ora che vi è un più di protagonismo delle Istituzioni lucane noi siamo felici e anzi ne sosteremmo le posizioni con convinzione.

La recente relazione del Presidente al Consiglio Regionale, le dichiarazioni di importanti esponenti politici, l’impegno dichiarato da diversi parlamentari,  sembrano andare nel verso giusto. La Cgil sarà, in piena autonomia e con le proprie parole d’ordine, al loro fianco». 

m.labanca@luedi.it

 

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