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GIOIA TAURO (RC) – Si allungano i tempi per le operazioni di trasbordo delle armi chimiche siriane nel porto di Gioia Tauro. Le armi, partite alla volta del porto calabrese la fine di gennaio, restano sulle navi che si devono occupare del trasporto, mentre la nave americana “Cape Ray” attende che il tutto possa svolgersi seguendo i programmi stabiliti. A rallentare il cronoprogramma sarebbe, secondo indiscrezioni, la crisi tra Ucraina e Russia, con questi ultimi impegnati su questo fronte e poco attenti, quindi, a quando dovrebbe avvenire nel Mediterraneo.
Le navi starebbero aspettando il via libera, dunque, per entrare nel porto di Gioia Tauro e avviare le operazioni iniziate, dal punto di vista logistico, da un mese e mezzo (LEGGI L’ARTICOLO).
Intanto, sulla questione delle armi chimiche del regime siriano di Bashar Al Assad, spunta un retroscena. Inizialmente, infatti, era stato destinato all’Albania che al termine di un complicato negoziato tra Tirana e Washington (e accese proteste ambientaliste di piazza), è stato rifiutato dal governo albanese. Una vicenda che tra ottobre e novembre scorsi ha rischiato di rinfiammare il piccolo paese balcanico a poche settimane dall’insediamento del nuovo esecutivo guidato dall’ex sindaco di Tirana Edi Rama. Una storia poco nota al di fuori dei confini albanesi e che ieri è stata ripercorsa a Tirana in occasione della presentazione di un libro che ne rivela i retroscena e scritto dal giornalista italiano Carlo Bollino, ex corrispondente Ansa nei Balcani e già direttore della Gazzetta del Mezzogiorno che ora guida in Albania un importante gruppo editoriale. Il lavoro, intitolato “Doppio silenzio” e pubblicato in lingua albanese, è stato presentato con la partecipazione dello stesso primo ministro Edi Rama, del presidente del parlamento Ilir Meta, del ministro della difesa Mimi Kodheli e del ministro degli Esteri Ditmir Bushati. 
L’incontro è stata l’inattesa occasione non solo per un confronto pubblico tra i quattro principali protagonisti del delicato dossier, trattato sempre nella più assoluta segretezza, ma anche per il primo dibattito diretto tra di loro e gli altri protagonisti della vicenda, cioè gli ambientalisti, che su questo tema non si erano mai parlati. Presente in sala, tra gli altri l’ambasciatore d’Italia a Tirana Massimo Gaiani. Il libro ha rivelato una serie di episodi e documenti inediti della complicata vicenda i che ha visto la piccola Albania protagonista suo malgrado di un confronto diplomatico tra le due superpotenza mondiali, Stati Uniti e Russia. E’ proprio in seguito al pur sofferto rifiuto albanese di accogliere sul proprio territorio l’arsenale chimico siriano che quei container hanno poi preso la rotta di Gioia Tauro. Il libro “Doppio silenzio” pubblicato dalle case editrici “Toena” e “Koha” verrà distribuito anche in Kosovo e in Macedonia.
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