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CATANZARO – «E’ davvero inquietante il fatto che un giornalista sia costretto a muoversi su un’auto blindata e con due uomini di scorta. Accade a Michele Albanese, giornalista del ‘Quotidiano del Sud’, autore dello scoop sull’inchino della statua della Madonna delle Grazie davanti alla casa di un boss ad Oppido Mamertina». Il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Calabria, Giuseppe Soluri, non usa mezzi termini riguardo la situazione di Michele Albanese (LEGGI)

«Le organizzazioni criminali dell’area di Gioia Tauro – aggiunge Soluri – ‘attenzionano’ da tempo Michele Albanese se è vero come è vero che ha subito intimidazioni e minacce di vario genere. Intimidazioni e minacce evidentemente assai serie se il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica di Reggio Calabria ha ritenuto di assegnargli una tutela di terzo livello. Significa che gli elementi di cui magistrati e forze dell’ordine dispongono vanno inequivocabilmente in una direzione: Michele Albanese è a rischio. Il fatto sottolinea in maniera plastica – afferma ancora il Presidente dell’Ordine – le condizioni di difficoltà e di pericolo in cui operano tanti colleghi calabresi, in particolare quelli che si occupano di cronaca giudiziaria o che sono impegnati nel giornalismo d’inchiesta. Innumerevoli i casi di minacce e di intimidazioni, ma non si era finora mai arrivati ad un livello di allarme tanto preoccupante da determinare la necessità di mettere sotto scorta l’interessato». 
Il massimo rappresentante dell’Ordine dei giornalisti nel ringraziare il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica di Reggio Calabria, i vertici delle forze dell’ordine ed il Procuratore di Reggio, Cafiero De Raho, «per la tempestività e la sensibilità con cui hanno affrontato e risolto il problema della sicurezza del collega» ha anche annunciato che «il Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti della Calabria esprime la massima solidarietà possibile a Michele Albanese. Vivere sotto scorta, infatti, non è certo un privilegio; è invece un fatto che sconvolge i normali ritmi di vita, crea allarme e tensione, impedisce di lavorare con serenità, determina preoccupazione ed ansia tra i familiari. Siamo sicuri – conclude Soluri – che Michele Albanese, giornalista serio, scrupoloso, bravo e coraggioso, avrà comunque la forza e la capacità di vivere questa fase come un ulteriore sprone per amplificare, se possibile, il suo impegno nella ricerca della verità e nella denuncia di fatti che offendono la coscienza civile e sociale di tutti i calabresi onesti».
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