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VENOSA – Il festoso suono  delle campane, rimaste mute per oltre 20anni nel corso dei lavori di consolidamento e restauro del “  Purgatorio”, ha annunciato alla comunità locale la riapertura al culto della  chiesa di San Filippo Neri. Ed è stato un giorno di festa  per i venosini, che hanno partecipato in massa alla cerimonia religiosa,   e soprattutto per la Confraternita  del “Pio Monte dei Morti” che ha seguito passo passo e alterne vicende dei lavori. Iniziati nel giugno 1988 per eliminare  i danni provocati dal sisma  del 1980, il restauro è andato  avanti tra tantissimi imprevisti e difficoltà, con continue sospensioni e riprese di lavoro. Gli ultimi  interventi hanno riguardato il consolidamento della torre campanaria e la pulizia della facciata. E’ stato riconsegnato ai venosini, nella suo originario splendore, un luogo sacro per il culto, ma anche un prestigioso monumento,  che impreziosisce Piazza Castello, vero salotto di Venosa. «Tutta la comunità è in festa perché  ha atteso la riapertura di una chiesa ricca di storia, di magistero  e di opere di carità. E’ un momento solenne per la nostra comunità. – ha sottolineato mons. Rocco Talucci, Arcivescovo emerito Brindisi-Ostuni-La riapertura cade nel IV centenario della nascita del Cardinal De Luca, che ha avuto un rapporto particolare con questa chiesa e con Venosa, sua città natale». Nel “Purgatorio” potranno svolgersi  tutte le funzioni religiose. Per questo si è proceduto alla dedicazione  del nuovo altare della chiesa. Significato e importanza del rito sono stati spiegati da mons. Gianfranco Todisco, vescovo diocesi Melfi-Rapolla-Venosa, che ha presieduto la cerimonia: «L’altare ci ricorda l’ultima cena , sul quale avviene un sacrificio incruento. Per questo viene consacrato con i riti che si usano per sacerdoti e vescovi – ha sottolineato mons. Todisco –  Rappresenta il luogo dove Dio  scende  in mezzo a noi per farci sentire famiglia, uniti per risolvere i problemi attingendo alla persona di Cristo». E ha lanciato un messaggio chiaro ai fedeli e, soprattutto ai confratelli: «Questa è la sfida cui dobbiamo dare risposte concrete:- ha detto mons. Gianfranco Todisco – Dobbiamo uscire dagli schemi tradizionali uscendo dalle chiese e andando incontro a coloro che hanno bisogno, ai nuovi poveri!» La riapertura della chiesa del Purgatorio simboleggia anche l’unità di intenti che deve animare i cristiani nella loro via quotidiana. «E’ bello  vedere seduti negli stessi banchi, amministratori di vari colori politici insieme a tanti cittadini, che si stringono la mano riproponendo il gesto vero che dà il senso alla comunità- ha sottolineato, commosso, a conclusione della cerimonia , Savino Lotumolo, Priore della Confraternita del “ Pio Monte dei Morti”-Insieme ringraziamo il Signore per quando è stato fatto tra tantissime difficoltà e imprevisti”. Tagliato un prestigioso traguardo, la Confraternita si pone subito nuovi e qualificanti obiettivi da raggiungere. «Ora con l’aiuto di tutti potremo concretizzare un altro sogno della confraternita- ha detto Savino Lotumolo.E’ nostro desiderio sistemare il “soccorpo” come museo, all’interno del quale esporre cimeli e documenti   della nostra  confraternita».

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