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Appelli e striscioni per Francesco Azzarà, il volontario di 34 anni, prigioniero da diciannove giorni in Darfur, originario di Motta San Giovanni. I Comuni che hanno aderito all’iniziativa sono Reggio, Catanzaro, Crotone, Cosenza, Cetraro, e da ieri anche Lamezia dove è stato appeso sul palazzo in corso Numistrano lo striscione con il simbolo di Emergency e il sorriso del giovane volontario. Gli stendardi sono in quasi tutte le città capoluogo di provincia. Ma la mobilitazione entra nelle case, va oltre i Palazzi, coinvolge le associazioni e facebook e anche la chiesa accoglie l’invito. A Montebello Ionico, nella piccola chiesa di Fossato, il parroco don Daniele Siciliano lo ripete nell’omelia: «Faccio un appello ai responsabili del rapimento di Francesco Arrarà perché riflettano sul senso e sulla sacralità della vita, e della libertà dell’uomo che nessuno può violare perché dono di Dio».
A Chiaravalle (Cz), il sindaco oltre ad affiggere lo striscione, mobilita i cittadini. E così l’amministratore Gregorio Tino dice: «Stiamo lavorando in questi giorni con alcune associazioni culturali del territorio a nome dell’intera cittadinanza chiaravallese e non solo aderendo all’appello di “Emergency” e del sindaco del comune di Motta San Giovanni, ma anche organizzando per questo pomeriggio alle ore 18,30 in Piazza Dante una manifestazione per la liberazione del volontario calabrese Azzarà che culminerà con l’esposizione di uno striscione che verrà esposto sul palazzo Staglianò nella piazza centrale della cittadina delle preserre catanzaresi».
Sit-in, manifestazioni, anche il Pd si muove e per la sua festa a Rende, il 6 settembre, chiama a raccolta tutti per gridarlo quel monito: «Liberatelo».
Mentre Massimo Cogliandro, presidente dell’Unpli di Reggio Calabria, attraverso il sito internet della sua associazione, scrive ai presidenti delle 6.000 Pro loco sparse per lo Stivale, per raccontare quello che è accaduto a Francesco, rapito e come sparito nel nulla. Cogliandro, nella lettera inviata ai presidenti delle Pro Loco scrive: «Francesco Azzarà è un giovane conosciuto e stimato, così come tutta la sua famiglia, da sempre impegnato nel volontariato e che ha fatto del volontariato la sua mission. Così come suggerito dalla Farnesina, è stato rispettato il silenzio stampa. Oggi a distanza di 20 giorni dal rapimento, questo silenzio stampa è stato deciso di romperlo. Emergency chiede a tutte le amministrazioni pubbliche, Comuni, Province, Regioni, ed alle associazioni di aderire all’appello per la liberazione di Francesco attraverso la stampa della gigantografia della foto di Francesco da appendere all’esterno degli edifici pubblici e delle associazioni, inserire un banner nei siti degli enti in modo che all’apertura compaia la foto di Francesco con la scritta Liberate Francesco».
Intanto sul social network Facebook, in tanti hanno cambiato la foto del proprio profilo con il viso di Francesco Azzarà e con al collo il simbolo di Emergency; un’immagine che adesso sta facendo il giro del modo e che ha lo scopo di sensibilizzare tutti sulla prigionia del giovane di Motta San Giovanni.

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