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POTENZA – “CHE ne dici di usare wathsapp come canale di trasmissione per diffondere la festa di tutti i Santi? Non zucche vuote ma volti di Santi da ogni parte del mondo! Metti la foto del tuo santo preferito sul tuo profilo di WathsApp fino al primo novembre, festa di tutti i Santi! Ci saranno volti di Santi in ogni telefonino piuttosto ché le streghe di Halloween diffondiamo la festa di tutti i Santi noi che ci crediamo! Passaparola!”. E’ questo il messaggio da cui è nato tutto. A  un certo punto qualcuno di Potenza deve averlo ricevuto sul suo telefonino e da lì si è diffuso come in una “catena di Sant’Antonio”. 

Così, da qualche giorno a questa parte, anche tra i potentini impazza la “Santimania”. Qua e là, infatti, tra i contatti Facebook, compare la “figurina” di un santo come immagine del profilo. In molti postano quella del proprio santo. Chi non ce l’ha, ripiega su quello preferito. Padre Pio e San Giovanni Bosco sembrano i più gettonati. Nessuno, però, almeno su Facebook, spiega il significato di questa campagna a favore della festa di “Ognissanti”. Diverso invece il discorso su whatsapp, l’applicazione di i-phone e android per la messaggeria gratuita. 

La contaminazione virale, infatti, è partita proprio da lì, facendo circolare il messaggio che invita a postare l’immagine di un santo. Un modo originale e diretto per fare qualcosa di concreto in difesa delle tradizioni. A prescindere dal credo religioso, infatti – sebbene il primo novembre sul calendario sia segnato come rosso esclusivamente per il suo significato religioso – la festa di tutti i santi è una tradizione che si rinnova da tempi immemorabili in ogni regione del Belpaese, da nord a sud. A essa sono legati tutta una serie di riti, religiosi e popolari, che nulla hanno a che vedere con il noto Halloween, di importazione anglosassone, che da diversi anni ormai si è diffuso anche qui da noi. A Napoli, per esempio, si mangia il famoso “torrone dei morti”. 

A Foggia, oltre a regalare la “calza dei morti”, riempita di dolciumi, nella notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre si accende una candela e si pone sulla base di un piatto colmo d’acqua. Dopo averlo deposto sul davanzale della finestra, a notte fonda, la credenza popolare vuole che si vedano proiettate le ombre dei morti che in quella notte girano in processione, fermandosi nelle famiglie di origine. Una cosa simile alla calza dei morti si regala anche in Sicilia. Allo stesso tempo zucche, scheletri, ragni e cappelli da strega sono ovunque. 

Anche a Potenza. I bambini si riversano in strada per invitare i passanti al così detto “dolcetto o scherzetto”, nei locali proliferano le serate a tema. Nulla di male, purchè non si dimentichi l’origine della festa del 1 novembre. Vittorio è uno dei tanti del popolo della rete che ha sostenuto la campagna. «Halloween non appartiene alla nostra tradizione – spiega – è importante invece riappropriarsi di una festa dal forte valore religioso, ancora molto sentita dagli italiani». E poi c’è Antonio, Carlo, Ivana, Maurizio. Internauti potentini che hanno scelto il moderno rito della condivisione per rinnovare un’antica tradizione.

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