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POTENZA – Non bastano le luminarie a scaldare il centro storico per queste festività natalizie. Il contributo dei commercianti non sembra infatti sufficiente se anche l’amministrazione comunale non fa la sua parte. E’ stata annunciata per l’Immacolata l’apertura dei mercatini di Natale ma ieri sera erano scarse una decina le casette di legno montate. Vuote. Buie.

Al centro di piazza Prefettura i pannelli di legno ancora da assemblare, ad appena 14 giorni dalla vigilia di Natale. E si presuppone che l’inaugurazione non sia prevista nemmeno per oggi se, come ieri, alle 19 i lavori per l’allestimento sono già sospesi.

I periodi bui non sembrano essersi conclusi. La città esterna tutta la profonda crisi che l’attraversa perfino nel periodo più festoso dell’anno, almeno per i centri urbani, che ovunque si tingono di profumi, suoni, luci e colori. I negozianti del centro storico, tra una lamentela e un’altra, si sono rimboccati le maniche ma l’umore non è certo dei migliori se l’amministrazione comunale non contribuisce in qualche modo. Molti hanno addirittura anticipato gli sconti per rendere il salotto buono un po’ più attraente. Ci sono negozi che promuovono sconti del 30 per cento, alcuni fino al 50.

Si cercano i modi per abbattere la crisi: delle famiglie, del commercio, del centro storico, della città. «La sensazione – commenta qualcuno – è che comunque non è abbastanza. Le scale mobili continuano a chiudere alle 20,15, il ponte attrezzato resta chiuso, i mercatini non aprono. Per quanto la gente si riduca tutta all’ultimo momento per l’acquisto dei regali almeno fino all’anno scorso venivano in via Pretoria le settimane prima di Natale per curiosare, passeggiare. Quest’anno nemmeno questo. Perché dovrebbero raggiungere il centro storico?». Tra i negozianti del salotto buono qualche ottimista si trova. «Un bilancio si potrà fare solo dopo le feste. Adesso è prematuro. Aspettiamo di vedere e poi commentiamo». A lamentarsi, specialmente in riferimento alla fredda atmosfera natalizia, non sono solo i titolari dei negozi ma anche di bar, ristoranti e caffetterie. «Per noi il problema fondamentale restano le scale mobili sia la chiusura del ponte attrezzato che l’orario di chiusura degli impianti che funzionano. I ragazzini e gli anziani, che poi sono i nostri maggiori utenti, hanno difficoltà a raggiungere il centro anche per una pizza. E’ incomprensibile». 

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