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POTENZA – Il silenzio c’è. E’ evidente. Il Partito democratico della Basilicata sono settimane che evita di proporre una riflessione reale sullo stato delle cose. Su Fenice. Sull’ambiente. Sulle indagini giudiziarie. L’atteggiamento è noto. Ma da quanto è emerso sotto la cenere c’è chi si lamenta di questo state di cose. Perchè in realtà, al di là di quello che si percepisce in superficie, i malumori ci sono. E c’è chi soffre questa situazione di “immobilismo” esasperato.
In primis il consigliere regionale democratico Marcello Pittella. Lui, il primo degli eletti alle scorse elezioni per la Regione, non ha mai fatto mistero dei propri disagi verso la guida del partito. Non una sola volta. E anche questa volta, secondo le indiscrezioni, starebbe digerendo a fatica l’atteggiamento di chiusura del partito. Anche se non ha mai palesato pubblicamente una frattura con la linea imposta dal segretario regionale Roberto Speranza e dal presidente della giunta regionale, Vito De Filippo. Pubblicamente.
Ma in maniera privata no. Secondo autorevoli indiscrezioni, infatti si è venuto a sapere che Marcello Pittella si è fatto sentire e pure con toni veementi.
In pratica, sempre secondo fonti più che certe, il vicesegretario regionale del Pd avrebbe inviato due lettere all’indirizzo di Speranza e De Filippo. La prima datata circa un mese e mezzo fa. La seconda, dopo aver constato di non essere stato minimamente ascoltato, qualche giorno fa. La lettera “riservata” per conoscenza sarebbe stata girata anche ai parlamentari del Pd.
Chiaro, che essendo state inviate in due momenti diversi (la prima nei giorni delle prime notizie su Fenice, la seconda nel caos mediatico e giudiziario di questi giorni) il tono delle due missive è diverso. In buona sostanza però, il messaggio – invito che Marcello Pittella avrebbe inviato a De Filippo e Speranza è quello di una richiesta per una presa di posizione più precisa e chiara nei confronti dell’opinione pubblica e della stessa politica lucana.
In definitiva Pittella junior avrebbe tuonato chiedendo al partito di assumersi le responsabilità e di “alzare” l’asticella non solo a parole. Insomma quello che è davanti agli occhi di tutti Marcello Pittella lo ha sbandierato ai maggiorenti del suo stesso partito. Nei fatti però, sembrerebbe non ascoltato. Per quanto riguarda il metodo, e cioè quello della riservatezza attraverso due lettere “private” che Pittella avrebbe utilizzato c’è una ragione. Pittella sebbene consapevole dei problemi, non avrebbe voluto che le critiche a una linea politica suonassero come spallata a pezzi del Pd (l’assessore Restaino in testa) che sono coinvolti dalla bufera mediatica di questi giorni. Ma il riservo in casi come questi, si sa, è difficile da mantenere a lungo.
Ovvio che è una questione delicata che palesa come nel Pd lucano non tutti condividono l’atteggiamento a minimizzare i problemi assunto da Speranza e compagnia. Perchè i problemi non solo ci sono, ma sono anche grandi quanto evidenti. Innanzitutto in periferia il partito si sta dividendo in diversi comuni. L’ultimo, in ordine di tempo è il caso di Policoro con l’ex consigliere regionale, e oggi presidente della Commissione dei lucani all’Estero, Antonio Di Sanza sugli scudi. E poi ci sono le problematiche regionali. Il Partito democratico non riesce a tenere unita la maggioranza nemmeno su “questioni” delicate come la nomina della presidenza della Commissione d’inchiesta su Fenice. Non può passare come un semplice incidente di percorso la presa di distanze da parte di Giannino Romaniello della Sel e da parte di Rocco Vita del Psi sull’accordo Pd – Pdl sul nome di Pagliuca. Due pezzi importanti di quel centrosinistra che invece, Bersani va pubblicizzando nelle piazze. Quell’alleanza che in Basilicata dovrebbe già esistere da anni ma che invece nei fatti si va sciogliendo giorno dopo giorno. Non può essere che in Basilicata non ci sia un altro modo di gestire il momento delicatissimo. Pittella sembra esserne consapevole. E di certo non è il solo. Ma Speranza sembra non voler ascoltare. Legge le interviste di Bersani ai quotidiani nazionali e le sue fa sue come se nulla stesse accadendo e dichiara: «Condivido fortemente l’impostazione che il segretario nazionale ha voluto definire per dare vita ad un nuovo grande patto per l’Italia che ci porti fuori dal binomio Berlusconi – Lega Nord. L’Italia merita un governo migliore ed è questo il momento giusto per aggregare attorno ad un grande progetto democratico tutte le forze che vogliono davvero voltare pagina, a partire dal nuovo ulivo e con l’ambizione di coinvolgere le forze di centro». Sarà, ma forse i lucani si attendono altro.

Salvatore Santoro

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