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COM’E’ stato possibile presentare l’assestamento a un bilancio che non c’era? Come hanno fatto all’Arpab ad accorgersi che da viale Verrastro non era arrivata l’approvazione ? Ma, soprattutto, che fine ha fatto il bilancio dell’Agenzia? Una domanda degna della trasmissione “Chi l’ha visto”, visto che del documento finanziario dell’Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente per mesi non si è avuta più notizia. Eppure, all’Arpab, hanno continuato ad assumere impegni di spesa come se fosse tutto a posto. Il problema sarebbe emerso solo a dicembre, dopo che il direttore generale, Aldo Schiassi, ha presentato l’assestamento a un bilancio che di fatto non c’è. Ora è atteso a breve il parere della Corte dei Conti, a cui si sono rivolti Regione e Arpa, sulla ipotesi del commissariamento ad acta dell’area finanziaria dell’Agenzia. E intanto la storia del bilancio “sparito” fa rumore. Non solo perché si tratta di un conto di un certo peso, che muove più di dieci milioni di euro all’anno. Ma soprattutto perché accade in un ente come l’Arpa che da anni è un’Agenzia sotto “osservazione”.
Dopo lo scandalo Fenice che portò all’arresto dell’allora direttore, Vincenzo Sigillito, e del suo vice Bruno Bove (tutt’ora in servizio in via della Tecnica), l’Agenzia ha fatto di tutto per recuperare credibilità. Questa nuova macchia sicuramente non contribuisce alla causa. Ma soprattutto alimenta il sospetto che nel clima poco sereno che da sempre regna negli uffici possa nascondersi una ipotetica magagna. Di mezzo ci sono anche le dimissioni della responsabile dell’area finanziaria, Patrizia Bianco, dopo anni di “onorata carriera”. A portare la notizia fuori dalle mura dei due palazzi istituzionali, prima un’interrogazione del consigliere Gianni Rosa, seguita, a stretto giro, da una lettera anonima (a conferma di un clima di corvi e veleni).
Insomma, ci si chiede, è possibile che si sia trattato solo di una dimenticanza? E poi – per tornare alla domanda iniziale – dove sì è perso il bilancio? Di certo c’è che il documento a febbraio è stato approvato da Arpab e successivamente trasferito agli uffici di viale Verrastro. Dopo l’approvazione del documento economico di previsione della Regione – avvenuta in ritardo rispetto al solito, a causa dell’insediamento della nuova Giunta, a seguito delle dimissioni di De Filippo – il bilancio dell’Agenzia arriva in IV Commissione. Tra l’11 e il 26 luglio il Consiglio regionale approva i bilanci di tutti gli enti strumentali e anche quello consuntivo della stessa Arpab, ma non quello di previsione. Nel frattempo all’Agenzia c’è il cambio di guardia: il 16 luglio, il neo nominato Aldo Schiassi prende il posto di Raffaele Vita alla direzione generale. Il bilancio manca, ma, a quanto pare, nessuno se ne accorge. Non si tratta di una bocciatura da parte dell’ente di viale Verrastro che esercita un controllo sui i suoi enti strumentali, perché, in questo caso, ne sarebbe stata trasmessa comunicazione, con tanto di osservazioni. Di cosa si è trattato allora: un atto di sciatteria della Regione? Ma, anche se così fosse, perché dall’Arpab nessuno ne chiede conto? Anche questa circostanza appare molto strana: è possibile che un direttore di fresca nomina non prenda visione di un documento fondamentale come il bilancio? Tanto da predisporre l’assestamento di fine anno, per scoprire, solo in questo momento che il bilancio di previsione non è stato mai approvato.
Se la Corte dei Conti dovesse dare parere favorevole, all’Arpa Basilicata arriverà un commissario ad acta. Che non è proprio un segnale positivo per un’Agenzia alle prese con una storia già piena di buchi neri.

m.labanca@luedi.it

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