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di ANTONINO DE MASI
Leggendo la stampa qualche giorno fa ho visto una notizia che mi ha fatto molto piacere, il titolo era: “Usura: tavolo sviluppo di Caltanissetta parte civilecontro le banche”. L’articolo riportava: “a Caltanissetta nella sede di Palazzo Bordonaro i rappresentanti delle cinque associazioni di categoria che compongono il tavolo di sviluppo del centro Sicilia, Confartigianato, Cia, Confagricoltura, Confindustria, e Confersecenti, hanno deciso di costituirsi parte civile nei processi contro le banche che applicavano tassi usurai. Il tutto ufficializzato in una conferenza stampa in cui il responsabile nazionale per la legalità di Confindustria , Montante, affermava «Stamattina abbiamo avviato l’iter formale per affermare la diffusione della cultura della legalità a garanzia, soprattutto, dello svolgimento delle attività economiche ed imprenditoriali». Questo è un importantissimo segnale di cambiamento e di rottura di quel muro di gomma che sino ad oggi ha protetto le potenti lobby bancarie. Le continue denuncie ed i primi, anche se timidi, segnali da parte delle Procure italiane di volerci vedere chiaro sulla gestione del credito. Ad oggi il potere bancario (qualche illustre economista ha affermato che le banche rappresentano il governo occulto del paese) ha fatto di tutto per bloccare i tentativi fatti da alcune Procure di verificare la legalità dell’operato bancario ed il rispetto dell’art. 47 della Costituzione; la tutela del risparmio del mercato creditizio è un elemento fondamentale di un paese libero e democratico. Le mie denunce di circa 10 anni fa, ed il coraggio di un magistrato della Procura di Palmi, per la prima volta in Italia, hanno fatto sì che un Tribunale riconoscesse il reato di usura bancaria. Da una Procura del Sud Italia è iniziata una rivoluzione giuridica e giudiziaria che ha portato, da un lato, a svegliare il sonno a dei distratti e “collusi” controllori e vigilanti del mercato creditizio e, dall’altra parte, ad altre Procure in Italia a capire che il sistema bancario e la vigilanza erano distratti. Per motivi di spazio non posso dilungarmi oltre, ma oggi potrei dire e scrivere che nel nome del “Popolo italiano” dei giudici coraggiosi hanno affermato che la banca x ed y e z hanno praticato l’usura. Cito alcune righe di quanto scritto in sentenza dalla Corte di Appello di Reggio Calabria: «Il comportamento usuraio, in tal guisa accertato è, altresì, connotato da tutte le circostanze aggravanti contestate… E proprio esaminando gli statuti delle tre banche, vigenti al periodo dei fatti in contestazione, può trovarsi plateale smentita di quanto affermato dai tre imputati… soggetti alla cui sfera d’azione e di potenziale controllo erano collegati ed esposti gli interessi protetti dalla norma incriminatrice (nella fattispecie l’art. 644 c.p.) risultata patentemente violata…». La banca, che nella nostra memoria rappresentava il “sacrale” custode dei risparmi e delle speranze di ognuno di noi, in questi anni ci ha fatto vedere una faccia che non avremmo mai immaginato. Certo, le banche ed i banchieri legati tutti al cordone del massimo profitto ha fatto oltrepassare i limiti dell’etica e della legalità. Leggere nel suo insieme i fatti che i media, dopo che la magistratura è intervenuta, hanno reso pubblici ci fa capire che forse il sistema tutto va ricondotto nei binari della legalità e dell’autorevolezza formale e sostanziale. Certamente, le banche nel loro esercizio di acquistare e vendere denaro, lucrando sulla differenza, puntano come è giusto a massimizzare i profitti, a ridurre i costi e guadagnare di più, cosa naturale per un impresa se fatto nel rispetto di leggi e regole. L’economia sempre più sofisticata ha fatto sì che la compravendita del denaro, diventasse “complicata” con dei prodotti finanziari dai nomi e procedure complesse, ma con alla base la vendita del denaro. Per cui il denaro diventa “prodotto” chiamato: mutuo, chiamato apertura di credito, prestito personale , 5° dello stipendio, carte di credito revolving, swap e derivati. eccetera. Ma dietro a questo che c’è e cosa è successo? Cosa hanno fatto le banche? Cosa sono: – i comportamenti delle banche negli scandali finanziari recenti (Parmalat, Cirio eccetera)? – i comportamenti delle banche ai danni dei risparmiatori e correntisti, come nel caso della BPI in cui si sono addebitati ad ogni correntista spese false per effettuare illegali prelievi. Oltre ai prelievi effettuati sui conti di alcuni clienti deceduti? – I comportamenti di una Banca che nel corso di una acquisizione in Sicilia ha addebitato ad ogni correntista delle spese illegittime, per rifarsi del costo dell’acquisizione? – I comportamenti di alcune banche sui derivati e swap, venduti ad enti pubblici in modo illegittimo oltre che a tassi usurai? – I comportamenti delle banche nel volersi rifiutare di restituire ai clienti quanto di illegalmente sottratto con pratiche illegali come l’anatocismo? – Il comportamento delle banche nell’addebitare spese e commissioni tendenti ad aggirare le norme sull’usura, facendo sì che il costo del denaro applicato ai clienti andasse di molto oltre i tassi soglia per l’usura, previsti dalla legge? Tutti questi sono comportamenti illegali che violano le leggi ed i diritti fondamentali dei risparmiatori. Sono reati che anche il codice penale persegue in maniera severa, in quanto dice l’art 644 cp, che i reati di usura se sono commessi nell’esercizio di un attività finanziaria hanno delle pene aggravate e molto severe. Ora è inutile che ognuno di noi si nasconda dietro il dito, sino ad oggi le potenti lobby bancarie hanno fatto di tutto affinché i Tribunali giudicassero i fatti singolarmente e non nel suo insieme. In Italia, stranamente, molte Procure hanno voluto concentrarsi sulle singole violazioni affermando che i reati contestati vi fossero (elemento oggettivo) ma mancava il dolo specifico, quindi la volontà a commettere il reato. La magistratura ha in questi anni riconosciuto “delle ingenue attenuanti” convincendosi o facendosi convincere che gli sforamenti usurai fossero incidenti e singoli casi; immaginando e convincendosi che un sistema complesso come quello bancario, obbligatoriamente ipercontrollato, possa permettersi violazioni ingenue delle leggi. Il colmo è che, guardando al dito, il caso singolo, si dimentica la luna, che sono gli innumerevoli procedimenti nei tavoli dei magistrati stessi che dimostrano che siamo in presenza di tutt’altro che di un singolo caso. Vi sono Procure in Italia che hanno capito, che queste illegalità che molti hanno interesse a sottovalutare, rappresentano un vorticoso sistema di illegittimo prelievo e trasferimento di soldi dai risparmiatori alle banche e banchieri. Pochi giorni fa uno dei maggiori quotidiani italiani ha pubblicato un’indagine in cui si dimostrava che l’Italia ha il maggior costo dei servizi bancari d’Europa, a conferma di ciò a titolo di esempio aggiungo: in Italia vi sono 85 milioni di conti correnti, per ogni 10 euro di spese applicate trimestrali sui conti, le banche ricavano 3,4 miliardi di euro per anno, tenendo conto che circa 3 grandi gruppi hanno il 50% di tale mercato significa che un incremento prezzi di 10 euro porta nelle casse di tre banche 1,7 miliardi di euro! Oggi il costo di un conto corrente è di oltre 100 più caro che in Europa. Ciò forse può aiutare a far capire di cosa parliamo. Oltre ai costi fissi del conto corrente vi sono i tassi di interesse che sono, come da tutti gli indicatori, affermato i più cari d’Europa. Vi è un’indagine della Cgia di Mestre che afferma che il sistema delle imprese in Italia paga in più rispetto ai tedeschi 3 miliardi di euro per i servizi bancari. Tutto ciò alla faccia della globalizzazione e libera competizione. Questi dati drammatici che interessano tutto il mercato Italiano, sono aggravati ancor di più nelle aree meridionali ed, in particolare, in Calabria. La nostra regione ha il costo del denaro più caro d’Italia e d’Europa, con un costo che è oltre il doppio rispetto al nord. E’ falsa la giustificazione che l’alto costo del denaro è legato alla rischiosità, in quanto tale elemento è la causa (l’usura) e non l’effetto. A ciò voglio aggiungere e far presente a tutti che un cattivo ed illegale sistema bancario e creditizio in un contesto criminale come il nostro crea un mix esplosivo che non ha paragoni. Nell’ultima inchiesta della Procura di Palmi su delle truffe è emerso come alcuni direttori di importanti banche italiane hanno “agevolato” i comportamenti dei criminali anziché eliminarli. Nel mio caso gli stessi direttori mi hanno negato il credito o la semplice apertura di un conto attivo. Tutto ciò non è segno di democrazia e di libertà di mercato e rispetto delle leggi. Io da calabrese e da imprenditore abituato a combattere per la sopravvivenza e contro i soprusi, chiedo a tutti, imprenditori, artigiani, organismi di rappresentanza, associazioni culturali, partiti politici di far sentire la voce di una regione e di una società civile che vuole il rispetto delle leggi e che di fronte ad essi siamo tutti uguali. Questa terra è stata ed è martoriata da illegalità diffuse e criminali aggressioni, le istituzioni sono l’unica ancora di speranza e salvezza della società civile che vuole giocarsi la partita di vedere un futuro migliore per se e per i propri figli. Mi rivolgo ai miei concittadini, alle associazioni e alle organizzazioni culturali sindacali e politiche affinché facciano sentire la propria voce, la propria presenza anche a fianco delle istituzioni e dei magistrati chiamati ad amministrare la giustizia nel nome del popolo italiano.

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