X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

di GIANDOMENICO CRAPIS
Dio c’è, e ha dato segno tangibile della sua presenza imponendo una tregua metereologica giusto il tempo della visita papale su Lamezia. Purtuttavia nulla ha potuto sulla oramai cronica vocazione del tg3 regionale di fare informazione a senso unico. Una propensione irrefrenabile a garantire a Scopelliti e ai suoi fiancheggiatori tutto lo spazio possibile o a negarlo ai suoi avversari anche quando sarebbe impossibile, che nemmeno la presenza del titolare dell’Altissimo Soglio è riuscita a scalfire. Infatti con certosina, è proprio il caso di dirlo, puntualità la testata regionale è riuscita ieri alle ore 14, nel servizio mandato in onda dalla spianata di Lamezia sulla messa di Benedetto XVI, a garantire un po’ a tutti, se non “il quarto d’ora di celebrità” di cui parlava Andy Warhol, il piacere di un’inquadratura, seppur fugace. A tutti, meno che al sindaco di Lamezia Gianni Speranza. La cosa ha destato ancor più stupore perché strideva a un certo punto con le più elementari regole del giornalismo televisivo, con i cosiddetti “fondamentali”: i quali impongono di supportare con immagini dell’interessato, magari anche di repertorio, la sintesi che viene fatta dei suoi discorsi. Ma qualcuno, non lassù in alto ma quaggiù molto in basso, deve avere suggerito ai solerti del tg3 di “oscurare” in toto Speranza, unico insieme al vescovo Cantafora a prendere la parola, anche quando ne venivano raccontate le parole di saluto al Papa. Ragion per cui gli spettatori del tiggì tre si sono trovati di fronte a questo curioso, nonché edificante, quadretto informativo: mentre ascoltavano dal resoconto del giornalista le parole del primo cittadino, non lo potevano però mai vedere, nemmeno di spalle o defilato, di sbieco né di profilo, e nemmeno intuirne la presenza o sentirne l’audio, anche quando invocava la libertà per Francesco Azzarà. In compenso passava una inutile (nel senso dell’economia del racconto tv, s’intende) sequenza che immortalava i vari Scopelliti, Ferro, Galati e compagnia cantando, colti in compunta devozione o scompigliati dal vento sulla pista dell’aeroporto dopo aver porto il saluto all’illustre ospite. Forse al tg3 calabrese, è questa ahimè l’impressione dopo molti altri episodi di questo genere, qualcuno ha scambiato il giornalismo col mercato delle indulgenze. Solo che il centrodestra non è il Paradiso né Scopelliti il Giudice universale. Qualcuno li avverta prima che l’Altissimo s’arrabbi.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE