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di DEMETRIO NACCARI CARLIZZI*
Il governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti ha inaugurato un dibattito sulla legge elettorale regionale, finalizzato all’adozione di rimedi contro le infiltrazioni mafiose. Nel lodare il metodo seguito, per il quale le forze politiche vengono invitate a dare un contributo sul tema, sento di dover richiamare l’attenzione su quello che potrebbe essere un devastante errore: l’eliminazione delle preferenze. Il problema non è la facilmente evitabile elezione del noto mafioso – che forse nemmeno è interessato – ma è rappresentato dalla presenza in politica di soggetti che indirettamente e, spesso, segretamente sono collegati con la criminalità organizzata. Queste persone, che sono difficilmente individuabili, tant’è che riescono ad entrare nelle liste di tutti i partiti, negli ultimi anni sono stati scoperte per la lodevole azione di magistratura e forze dell’ordine che ne hanno colto le connivenze osservando la loro campagna elettorale. E’ evidente che se costoro non avessero dovuto andare alla ricerca dei voti, così come avviene con le liste bloccate, avrebbero continuato ad occupare le sedi istituzionali al servizio della malavita. Nella fase elettorale, invece, le anomalie connesse ad un consenso frutto di accordi mafiosi o mercenari lasciano delle tracce che finiscono con il far riconoscere anche chi, al momento della candidatura, non era stato considerato vicino ad ambienti sospetti. L’intervento dei partiti, del resto, c’è anche con il sistema attuale e, da solo, si è spesso rivelato insufficiente. Quindi oltre a tutte le note critiche avverso il sistema delle liste bloccate, che interrompe il corretto rapporto fra rappresentati e rappresentati e ne limita l’autonomia, vi è da considerate anche quest’ulteriore aspetto: esso consentirebbe a soggetti, segretamente collegati alle cosche, di infiltrarsi senza che vi sia una campagna elettorale nella quale sia possibile riconoscere quali siano i loro veri accordi elettorali. In altre parole con le liste bloccate si abolisce indirettamente, così come avvenuto per il Parlamento, il reato di voto di scambio; a ben vedere questo delitto assieme al regime del 41 bis è quello che la malavita abrogherebbe per primo se disponesse del potere legislativo!

*responsabile Politiche
Territoriali di Sviluppo Pd

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