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REGGIO CALABRIA  – La giunta comunale di Reggio Calabria ha dichiarato sciolta la società mista «Multiservizi». Il Comune ha ricevuto l’informazione della Prefettura di Reggio Calabria sulla società «Gst», Gestione servizi territoriali, che è il socio di minoranza di Multiservizi, la società mista del Comune che si occupava della manutenzione. Dagli accertamenti svolti dalla Prefettura sono emersi elementi relativi a tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nella Gst, quindi la Prefettura ha informato il Comune avvertendo del carattere interdittivo di tale comunicazione. Preso atto della comunicazione della Prefettura, il sindaco Demetrio Arena ha convocato immediatamente la giunta comunale che si è riunita nella tarda mattinata di oggi e, rifacendosi all’articolo 3 dell’atto costituitivo della Multiservizi, ha deliberato lo scioglimento di diritto della società mista. In sostanza la Prefettura di Reggio Calabria ha negato la certificazione antimafia alla Multiservizi, società mista del Comune, di cui era direttore operativo Giuseppe Rechichi, arrestato per associazione mafiosa nelle operazioni «Archi» e «Astrea», e ritenuto dagli investigatori il prestanome della cosca Tegano nella società. In pratica, dagli accertamenti della Prefettura di Reggio Calabria sulla società Gestione Servizi Territoriali (G.S.T.), che raggruppa i soci privati della Multiservizi spa, «sono emersi elementi relativi a tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nella stessa, concretizzatisi in collegamenti personali, economici e familiari fra alcuni componenti della compagine sociale ed esponenti di sodalizi malavitosi». L’Esecutivo «ha preso atto della ricorrenza della condizione dell’art. 3 sia dell’Atto costitutivo che dello Statuto della Multiservizi in cui è previsto che ‘s’intenderà senz’altro sciolta di diritto qualora siano accertati anche successivamente alla stipula dell’atto societario e del contratto di servizio, elementi relativi a tentativi di infiltrazione mafiosa in capo al socio privato ed ai suoi rappresentanti legalì. Essendosi determinato il conseguente intervenuto scioglimento di diritto della società mista ha deliberato di trasmettere l’informazione antimafia interdittiva agli organi sociali per gli adempimenti di competenza (nomina di un liquidatore)». Inoltre, dopo le vicende giudiziarie che hanno riguardato il socio privato di minoranza «il Sindaco aveva convocato i vertici di Multiservizi, di nomina comunale, per verificare su base documentale le iniziative poste in essere dagli organi societari, al fine di immunizzare la Società mista da ogni elemento di rischio e/o di sospetto, connesso alle vicende che avevano interessato il precedente direttore operativo, accertando che la società mista, tra l’altro, aveva già caratterizzato la propria attività con procedure di tracciabilità degli atti e dei flussi finanziari, nonchè di verifica degli stessi atti anche mediante l’acquisizione periodica delle certificazioni antimafia camerali di tutti i soggetti a qualunque titolo interessati all’attività dell’azienda. Nelle more del pronunciamento da parte della Prefettura – conclude la nota – la Giunta aveva comunque assunto una propria deliberazione, con cui, a prescindere dall’esito dell’informazione antimafia, aveva proposto al Consiglio comunale di non continuare il rapporto societario con il partner privato di Multiservizi, essendone stata gravemente menomata la fiducia ed essendo venute meno le condizioni sulla permanenza dell’interesse dell’Ente a protrarre il vincolo negoziale». 

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