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COSENZA – «Il Consiglio provinciale di Cosenza, convocato in seduta straordinaria aperta ai parlamentari e ai consiglieri regionali, ai sindaci, ai rappresentanti delle forze sociali e degli ordini professionali della provincia di Cosenza, esprime una netta protesta per la scelta compiuta dal Governo con Decreto di sopprimere il Tribunale di Rossano». È l’incipit del documento approvato al termine della seduta aperta dell’assemblea provinciale cosentina che ha discusso della decisione del governo.   «E’ questa una scelta – prosegue il testo – assolutamente non condivisibile perchè costituisce un oggettivo segnale di allentamento della presenza e dell’attenzione dello Stato nella lotta al fenomeno della criminalità organizzata e comune, che in Calabria e nella piana di Sibari esprime una alta densità e pericolosità. Considerato che i pareri delle Commissioni parlamentari hanno espresso chiaramente la necessità di tenere in vita i quattro tribunali(Castrovillari-Lamezia-Paola-Rossano) proposti dal Governo per la soppressione e ciò anche in relazione a quanto espresso in precedenza dalla Commissione Bicamerale Antimafia che ha tenuto una specifica seduta sulle problematiche della criminalità in Calabria ed in quella occasione ha espresso la necessità di mantenere in vita e di rafforzare tutti i presidi di tribunale operanti in Calabria; il tribunale di Rossano vanta una storia di 150 anni, essendo stato istituito il 23 settembre del 1862. L’area urbana Rossano-Corigliano vanta una popolazione di oltre 80mila     abitanti ed il comprensorio della Sibaritide oltre 300mila ed è distante dalle altre sedi di tribunale prossime oltre 100 chilometri con infrastrutture di collegamento assolutamente inadeguate».   

Nel documento si «chiede al Governo di voler riconsiderare la decisione di sopprimere il tribunale di Rossano; di voler assumere, in tal senso, così come previsto dalla Legge Delega (art. 1 – comma 5) specifico provvedimento correttivo e dà  al presidente della Provincia, Mario Oliverio, di chiedere un incontro urgente al Ministro di Grazia e Giustizia unitamente ai parlamentari calabresi e ad un rappresentante della Giunta Regionale».   Il documento è stato inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Giustizia, ai presidenti della Camera dei Deputati e del Senato, ai presidenti dei gruppi parlamentari di Camera e Senato, ai segretari nazionali dei partiti.

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